Lo Zibaldone
Il cervello di Alberto Sordi
di Gordiano Lupi
Adelphi è garanzia di qualità, dalla narrativa alla saggistica, con un catalogo pieno di proposte interessanti, arricchito da una selezione di classici. Qualche nome: Norman Lewis, Georges Simenon, Lawrence Osborne, Orson Welles, Guido Ceronetti, Alberto Arbasino, Abilio Estévez (I palazzi distanti è un capolavoro, ispirato a Lezama Lima e a Virgilio Piñera) e gli immancabili lavori del direttore editoriale Roberto Calasso. Un testo che andrebbe studiato per far bene un mestiere difficile è L’impronta dell’editore (2013), conversazioni su libri e pubblicazioni. Il mio consiglio Adelphi riguarda il cinema italiano che amo così tanto da passare il tempo compilando monografie, recensioni e studi su personaggi minori del cinema bis. Adelphi pubblica un libro irrinunciabile di Tatti Sanguineti (peccato non abbia capito subito la grandezza di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ma ha da tempo recitato un convinto mea culpa) intitolato Il cervello di Alberto Sordi – Rodolfo Sonego e il suo cinema (Pag. 590 – Euro 26). Il testo ha il merito di far parlare Sonego, grande sceneggiatore della commedia all’italiana, inventore del personaggio Sordi così come lo conosciamo, non la macchietta dei birignao radiofonici, ma l’italiano medio pieno di difetti e contraddizioni. Un libro di cinema come non se ne trovano, nel senso che si legge con passione e trasporto, non è il solito esercizio di stile per addetti ai lavori, ma è scritto con linguaggio sobrio ed essenziale, come un romanzo d’altri tempi. Sanguineti aveva già pubblicato Il cinema secondo Sonego (Transeuropa, 2000), che per l’occasione amplia e rende definitivo, inserendo vita, opere, dichiarazioni, aneddoti e commenti critici su film importanti come Il vedovo, Il boom, L’avaro, Assolto per non aver commesso il fatto, La donna del fiume, In viaggio con papà, Un eroe dei nostro tempi, senza dimenticare pellicole meno note come Ida e i porci, Il disco volante, Io e Caterina, Marechiaro… Ci sono anche i film non realizzati e i non accreditati, così come non manca un breve manuale di sceneggiatura. Apprendiamo che Una vita difficile è un film di Sonego e non di Risi, che si limitò a filmare le sequenze indicate dal grande sceneggiatore, una tantum alle prese con il film della sua vita, del tutto autobiografico. Un altro lavoro importante firmato Sonego è Il diavolo, film fantasma difficilmente recuperabile per un problema di diritti, girato in Svezia e responsabile della prima crisi tra lo sceneggiatore e Sordi. Un libro utile che l’appassionato di cinema non deve perdere, per capire quanto l’Italia della commedia debba a un geniaccio come Sonego (1921 – 2000), uno che Sordi considerava imprescindibile. L’attore romano accettava un film a scatola chiusa se l’aveva scritto il collaboratore preferito, incontrato per caso sul set de Il seduttore (1954). Il libro fa capire l’errore di Sordi quando decide di fare il regista, descrivendolo incapace di realizzare adeguati montaggi. Molto gustosi i capitoletti iniziali dove Sanguineti cita le opinioni di Sonego su attori, produttori e sceneggiatori, realizzando una galleria di inediti ritratti cinematografici. La mano del critico siciliano si sente – ma non troppo – con interessanti annotazioni tecniche e piccoli interventi storici sui più importanti capolavori del cinema comico. Notevole filmografia. Indici curati ed essenziali. Un testo che aiuta a capire Sonego, Sordi e tutta la commedia all’italiana.
Tatti Sanguineti
Il cervello di Alberto Sordi
Rodolfo Sonego e il suo cinema
Adelphi – Pag. 590 – Euro 26,00

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