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Il canto del lavoro

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di Giovanni Graziano Manca

Ambientato intorno agli anni Venti del Novecento in un luogo di fantasia (la contea di Butte, ricchissima di rame e centro di estrazione del minerale, nello stato del Montana) questo romanzo ripropone il personaggio di Morrie Morgan, curioso e poliedrico insegnante già protagonista di un altro libro di Doig, “La stagione fischiettante” romanzo di formazione che incrocia briosamente Dickens, Steinbeck e Fante descrittori gli ultimi due di un’epopea americana inventata ma credibile, commovente e avvincente. In “Il canto del lavoro”, lo scrittore continua nell’opera di ricostruzione di un’America mitica che non esiste più. Immaginare Butte, per Doig ha significato condurre lunghe e laboriose ricerche storiche presso una serie di biblioteche pubbliche (lo deduciamo dall’elenco dei numerosi bibliotecari ringraziati dallo scrittore nella pagina che chiude il volume). Le vicende del libro son raccontate in prima persona da Morgan. “Morrie” descrive così il suo arrivo a Butte:

“Ed ecco il mio favoloso Bentornato allo Stato del Tesoro, come il Montana amava definirsi. Mentre attendevo un segno di vita dall’addetto, mi ero già fatto più di una domanda su quale potesse mai essere il tesoro celato fuori da quel deposito, dove la leggendaria sporgenza di terra color grigio sabbia e tutta alveolata di cumuli e curve che qualsiasi libro avessi letto definiva come la Collina più Ricca della Terra, sempre con tutte le iniziali maiuscole. […] lo storico sito minerario portava il nome che meritava. Butte. Era una semplice collina, appunto, di quelle che in Montana chiamano Butte.”

A Butte, il nostro si impiega inizialmente presso un’agenzia funebre, in seguito nell’unica biblioteca pubblica del villaggio. Grace, Hoop, Griff, “Carestia”, Samuel Sandison, Rabrab (Barbara Rellis; quest’ultima ideale trait d’union con il  soggiorno di Morrie nella zona rurale che gravita intorno all’immaginaria Great Falls, nel precedente romanzo di Doig che vede il nostro tra i protagonisti, “La stagione fischiettante”), Rab, Jared, sono personaggi che affollano un microcosmo fantastico ma palpitante e socialmente problematico, dunque assai realistico. Prosa cristallina quanto accattivante, quella di Doig, che svolge la matassa di una narrazione cui non mancano episodi umoristici e il cui fascino risiede soprattutto nel riuscire a inserire in una rigorosa prospettiva storica i diversi momenti del racconto. Sono questi gli elementi stilistici centrali che fanno sì che Ivan Doig, scomparso nel 2015, venga considerato l’ultima voce autentica della narrativa della frontiera e una delle figure centrali nella letteratura del West americano.

IVAN DOIG

Il canto del lavoro

288 pagg., euro 20,00

Nutrimenti,  2023.

 

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