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Il booktrailer in soccorso del marketing

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In una manciata di secondi cerca di coinvolgere il lettore presentando un libro, i suoi protagonisti, i luoghi dov’è ambientata la storia e l’aria che si respira tra le sue pagine.

di Emilia Gridà Cucco Gangi

Due minuti sono pochi, pochissimi, ma bastano, o quanto meno aiutano, a capire se quel libro fa o no al caso nostro: è questo l’obiettivo del booktrailer. Una sorta di cortometraggio, davvero corto, fatto di immagini, suoni, parole, che in una manciata di secondi lascia intuire di cosa parlerà il libro, chi sono i protagonisti, dov’è ambientata la storia e, soprattutto, l’aria che si respira tra le sue pagine.

Basta vederne un paio, per rendersi conto della potenza e potenzialità di questo strumento: con il booktrailer, il libro ti entra dentro, senza nemmeno averlo letto. Spetta poi al lettore decidere se sputarlo via o andarlo a comprare in libreria.

E in principio, come sempre (almeno in questo campo), furono gli States. È qui, infatti, che il booktrailer è nato agli inizi degli anni ’90. Inizialmente erano soltanto delle immagini proiettate durante la presentazione di un libro, poi divennero dei prodotti più professionali sui quali si è deciso di investire per trasformarli in una vera e propria strategia di marketing.

Dieci anni dopo, l’Italia capisce la lezione e nel 2004 la casa editrice Marsilio ci prova, consegnando alla rete il booktrailer del romanzo Kiss me, Judas di Will Christopher Baer.

Ed è nella rete che i (potenziali) lettori lo guardano, lo apprezzano, lo criticano, lo condividono, lo fanno girare.

Perché è proprio a loro, quelli che non chiedono consigli al libraio perché in libreria non ci vanno, quelli che si sentono a proprio agio più con i post, i poke e i tag che con la terza pagina di un quotidiano, è a loro che si rivolge il booktrailer, a quella fetta di mercato che usa internet come canale di informazione e comunicazione. E funziona.

A cascata, tantissime case editrici seguono l’esempio di Marsilio. Prima fra tutte, il colosso Mondadori che, con Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti, dà in pasto agli internauti il suo appetitoso neo-nato.

Oggi si può dire che il fenomeno non risparmia nessuno: dalle grandi (Bompiani, Einaudi, Feltrinelli, Rizzoli), alle indipendenti (Indiana), a Bollati Boringhieri, Giulio Perrone, Giunti Editore, Newton Compton, Salani, tutti si sono lasciati contagiare. Anche le minori (Bepress, Nord, Eiffel Edizioni, Abel Books, Ethos, Pyra Edizioni).

I risultati, ovviamente, sono diversi: alcuni puntano all’eleganza (Mondadori), altri alla tradizione (Bollati Boringhieri), chi sbatte in primo piano voce e volto dell’autore stesso del libro, come  ha fatto Einaudi con Giorgio Faletti, chi s’affida al carattere istituzionale (Rizzoli), sino ad arrivare a piccoli capolavori come quello realizzato per il lancio del libro La meccanica del cuore di Mathias Malzieu (Feltrinelli), che quest’anno, non a caso, si è aggiudicato il premio “L’Antonello”, prima edizione di un concorso dedicato al migliore booktrailer.

Un capitolo a parte è quello dedicato ai fumetti: il primo booktrailer italiano rilevante risale al 2006, quando la Studio BonsaiNinja decide di realizzarne uno per il romanzo Coraline di Neil Gaiman: fantasia e sperimentazione allo stato puro.

Se è vero che ogni libro è un mondo a sé, lo stesso si può dire quindi del booktrailer, suo alter ego. Guai però a non confonderli. Accontentarsi, e non leggere il libro, sarebbe un peccato.

 

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