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Presentazioni

Il 24 novembre Nicola De Blasi presenta “Eduardo” al Circolo dei Lettori di Salerno

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Nicola De Blasi presenta Eduardo al Circolo dei Lettori di Salerno
Giovedì 24 novembre, ore 18.30
Chiesa di Santa Apollonia, Salerno

La nuova stagione di incontri del Circolo dei Lettori di Salerno si apre con la presentazione del nuovo, freschissimo libro di Nicola De Blasi, docente di Storia della lingua italiana all’Università Federico II e già autore di volumi come “Geografia e storia dell’italiano regionale” (Il Mulino) e “Storia linguistica di Napoli” (Carocci), nonché curatore della vasta edizione del “Teatro” di Eduardo nella prestigiosa collana dei Meridiani Mondadori.

Il nuovo libro, “Eduardo”, pubblicato in quersti giorni da Salerno Editrice, è dedicato ad un autore di primo piano del teatro europeo del Novecento, per l’appunto Eduardo De Filippo (1900-1984). Un autore che ha trovato una sua cifra inconfondibile nel dosato equilibrio tra elementi comici e drammatici, combinando la tradizione teatrale napoletana con una continua ricerca sperimentale. Sin da “Natale in casa Cupiello”, che scivola appunto dalla farsa verso la tragedia, l’autore porta allo scoperto il dramma della complessa comunicazione nel microcosmo familiare. Nelle opere di Eduardo si riconosce l’evoluzione della società italiana del Novecento, dagli anni difficili successivi alla Prima guerra mondiale al fervore innovativo degli anni Trenta, fino alla tragica frattura storica della Seconda guerra mondiale e al boom economico; dagli anni Cinquanta nuove inquietudini esistenziali e nuovi conflitti generazionali si intravedono in drammi come “La paura numero uno”, “Mia famiglia” o “Sabato, domenica e lunedì”, collocati in ambienti borghesi, dopo che nell’interno popolare di “Napoli milionaria!”, capolavoro assoluto del Neorealismo italiano, era stata ambientata la tragedia collettiva della guerra. Con la continua ricerca di nuovi congegni teatrali modellati sulle storie da raccontare, Eduardo si è sottratto alla gabbia degli stereotipi e dei luoghi comuni, affrontando le diffidenze di chi vedeva in lui “soltanto” un grandissimo attore, ed è riuscito ancora a sperimentare, con la registrazione della traduzione della “Tempesta” di Shakespeare in un napoletano dalle tinte secentesche, la straordinaria realizzazione di un teatro privo di scena e per voce sola. Una connotazione sperimentale assume anche la sua intensa attività poetica, che nell’arco dei decenni si è affiancata in vario modo alla produzione teatrale.

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