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I pericoli che possono creare libri

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di Loredana Simonetti

Il 27 ottobre 2017  la storica Biblioteca Villa Mercede di Roma è stata intitolata al grande linguista italiano Tullio De Mauro. Presenti, alla giornata in suo onore, numerose autorità, tra cui Paolo Fallai, Presidente delle Biblioteche di Roma.

Tra aneddoti e dialoghi che ricordavano De Mauro, i relatori hanno sottolineato quanto siano importanti le biblioteche, perché una comunità con una biblioteca vicino è capace di muoversi con autonomia e di crescere. Curatore del Premio Strega, Tullio De Mauro affermava, negli anni 90,  che 2/3 della popolazione non leggeva libri e il nostro paese non ha avuto grandi forze che sollecitassero la lettura, né le famiglie avevano, anche per motivi economici, l’educazione della lettura in casa.

Oggi ci sono più possibilità, inoltre le biblioteche sono sempre un punto di riferimento importante per adulti e bambini; eppure i lettori non aumentano nella fascia dell’adolescenza. Le librerie chiudono e le pizzerie sono sempre piene; molti locali pubblici, per l’iniziativa personale dei gestori, hanno libri da leggere o da prendere in prestito, purché vengano riportati una volta letti.

Pochi mesi prima di morire, De Mauro confessava il suo stato di solitudine leggendo le statistiche secondo le quali il 70% degli italiani si trova in difficoltà nel comprendere un testo scritto o parlato complesso. Se fossimo un paese contadino potremmo accontentarci, ma non lo siamo, ricorda Paolo Fallai.

Su carta o sui maneggevoli reader elettronici, i libri sono “pericolosi”: aprono la testa, rafforzano le capacità intellettive, creano opportunità di scambio di opinioni e un arricchimento reciproco curando il linguaggio personale. Purtroppo il più grande “pericolo” dei libri e quello di creare dipendenza, perché chi legge non riesce a farne a meno.

Spesso mi rammarico di leggere bellissimi libri e poi di non ricordarne tutto il contenuto; mi restano le emozioni, gli stati d’animo, alcune espressioni ricche di luce, ma quello che chiamo rammarico è già l’effetto positivo di aver letto il libro. Leggere i libri è un privilegio della nostra intelligenza e farlo insieme ai bambini fin da piccoli, pone le basi affinché la lettura diventi un’abitudine quotidiana, come mangiare o lavarsi i denti.

In tutto questo e con il massimo delle buone intenzioni, la neo Biblioteca Tullio De Mauro non ha al suo interno un angolo dedicato ai bambini. Una svista? Speriamo proprio di si, perché la leggerezza di una biblioteca dipende soprattutto dai piccoli lettori.

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