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Lo Zibaldone

I nuovi venuti

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Il debito pubblico in Italia è arrivato all’insostenibilità. I Paesi creditori sono esasperati e il tempo del rimando soggioga ogni italiano per le generazioni future. I “giovani” si trovano a pagare a fine mese la rata della macchina o il mutuo, per dirne qualcuna, ma sulle spalle hanno la disperante situazione di questo fantomatico e incolmabile debito.

di Valentina Tonolo

In una vincente miscela di ironia, e presa di coscienza dal retrogusto amaro, le opinioni che circolano sull’inefficienza dei burocrati, dei politici corrotti, l’indignazione che pervade chi lavora e chi è tenuto forzatamente a casa vengono frullate in una narrazione che risucchia tutto e tutti.

Per quanto esile per numero di pagine, il romanzo è carico per significato. Mostra una realtà ad un passo dall’Apocalisse. In questa saggia provocazione ricca di senso, togliendo la rivoluzione come concetto riduttivo, l’iperbole resta.

Per prendere in mano la situazione di un Pil sempre più in discesa l’intervento dev’essere drastico. I Paesi creditori decidono di agire e per farlo mandano una banda di balordi e spietati Kosovari in una spedizione risolutiva e affidano le operazioni ad un Curatore che non può basarsi sulle sfumature del lieto vivere.

Iniziano a saltare le teste nel senso letterale, fisico. Quella di Fini viene staccata dal corpo e posata sulla scrivania, quella di Schifani disintegrata con un colpo in fronte. È solo l’inizio. Berlusconi finisce giù dalla finestra, La Russa muore a sberle, Casini viene impalato, D’Alema, sorpreso a spasso col cane, annegato in un fiume, le donne di potere spedite in case chiuse. Le carceri svuotate e poi riempite. Le esecuzioni, superando l’idea del “parecchie” dovranno essere quattro-cinquemila al giorno.

Per reclutare le forze speciali che controllino la popolazione si cerca il generoso aiuto dei Paesi Creditori, scartando poliziotti e carabinieri che esitano troppo con l’arma da fuoco e poi sono per la maggior parte miti e dispendiosi impiegati d’ufficio.

Si spazzano via Senato, Camera, Magistratura, qualsiasi organo nato al solo scopo di creare spreco, dunque debito.

Per abbattere i costi ogni sistema (Scolastico, Pensionistico, di Pubblica Amministrazione) viene soppresso. Si mettono in vendita montagne, opere d’arte, palazzi antichi anche se difficilmente vendibili a un mercato pretenzioso e pragmatico.

Via anche il cibo, una brutta abitudine quella degli italiani di mangiar bene. Meglio una zuppa di ossa spolpate o una minestra di rape, patate e orzo. L’uomo nuovo deve avere l’orrore del cibo, ma soprattutto dei debiti.

Il libro è uno “scherzo”… che fa riflettere.

 

Giorgio Dell’Arti

I Nuovi Venuti

Edizioni Clichy, 2014

pp.96, Euro 13,00

 

 

 

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