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I giardini di Firenze

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di Nicc0lò Lucarelli

Prosegue per i tipi di Olschki la stampa dell’opera di Angiolo Pucci dedicata ai giardini di Firenze. Il quarto volume – dei sei totali -, è dedicato ai giardini privati, purtroppo oggi in buona parte scomparsi. In apertura di volume, Pucci assume l’occhio di uno storico sui generis, tracciando le origini e le evoluzioni del verde urbano all’interno del tracciato delle mura trecentesche, e così facendo l’autore ricostruisce buona parte delle vicende urbanistiche fiorentine dall’Età Romana all’inizio del XX Secolo, citando autorevoli fonti quali Giovanni Villani e lo Stradario, tracciando l’evoluzione della città attraverso i suoi riassetti urbani, e la condizione degli spazi verdi che fino alla costruzione delle mura trecentesche non andarono oltre la dimensione del piccolo orto, dati gli angusti spazi in cui si era sviluppata la Firenze medievale. La storia di orti e giardini va in parallelo a quella degli edifici cui appartengono, e per questo l’opera costituisce una chiave privilegiata per entrare nelle vicende più “intime” della città, delle sue famiglie più cospicue, ma anche delle parrocchie e della curia che possedevano numerosi e fastosi palazzi, abbelliti appunto da orti e giardini.

Il nerbo del volume è costituito da quattro capitoli, ognuno dedicato ai quartieri storici della città, ovvero San Giovanni, Santa Croce,Santa Maria Novella e Santo Spirito. Ognuno di essi viene raccontato attraverso le vicende dei suoi edifici più importanti, e soprattutto dei suoi giardini; per alcuni, ci sono soltanto brevi cenni, sulla base delle poche informazioni rimaste, ma per molti altri l’autore si dilunga nel narrarne le approfondite vicende, entrando nei dettagli delle famiglie che li possederono, e nel tempo li modificarono sulla base di nuove esigenze abitative o di ammodernamenti del gusto architettonico, cambiamenti che appunto interessarono anche i giardini, ampliati o ridotti a seconda dei casi. Addentrandosi nella quiete di questi spazi verdi, Pucci si sofferma sovente sulle varietà di piante ospitate, e guida il lettore fra alberi e fiori toscani, come cipressi, anemoni, mughetti e ranuncoli, o esemplari di altri Paesi, quali l’araucaria, la camelia, la conifera; un viaggio nella cultura botanica che racconta l’attenzione che la sensibilità di un tempo nutriva per il verde urbano, e a distanza di decenni si può soltanto immaginare il tripudio di colori e profumi che impreziosiva quei giardini al momento della fioritura, profumi che giungevano intatti alle narici dei cittadini, in assenza di inquinamento da gas di scarico.

Intercalate nel testo, belle immagini d’epoca riportano agli occhi del lettore la Firenze che fu, elegante nella sua sobrietà e in quella severità medievale temperata dai successivi interventi rinascimentali e sette-ottocenteschi.

 

Angiolo Pucci

I giardini di Firenze. Giardini e orti privati della città

Leo S. Olschki – Firenze, 2017

pp. XXX-598, euro 48,00

 

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