Teatro
“Guido suonava il violino”: torna in scena lo spettacolo della Memoria
di LAURA MUSSO
Naike Bellingeri è una ricercatrice, abituata al rigore scientifico. Una sera un corriere le consegna un pacco e riceve una strana telefonata dal mittente. Il pacco contiene un vecchio violino da bambino. Lo strumento è uscito fuori da chissà quale cantina, dove giaceva abbandonato da anni: Naike non riesce a staccare lo sguardo da quel pezzo di legno, ha la sensazione di una presenza indefinibile, quasi come se lo strumento volesse attirare la sua attenzione o si divertisse a perseguitarla. La donna si addormenta, si risveglia. Percepisce che qualcosa sta accadendo. Il suo sonno è tormentato. Visioni, voci, suoni. Quel piccolo oggetto alla fine ottiene le sue attenzioni, stimola la sua curiosità. Sulla sacca che lo contiene due iniziali: GF. Non osa toccarlo. Emana una forza magnetica, quasi magica. Naike rifiuta questo pensiero: non è razionale né scientifico. La donna inizia a cercare notizie e legami, vuole capire, indagare, andare a fondo di quella strana faccenda. Nella sacca del violino trova un foglietto sbiadito che fatica a leggere. Una di esse è Hanukkah, una data, 1942 o forse 1943. Dunque, quel violino era un dono. Ma Hanukkah è una festa ebraica. Dunque, GF era…
Riuscirà a risolvere questo mistero simile ad un thriller? Nei sogni di Naike si affollano vari personaggi: rappresentano il calore e la dolcezza di una famiglia, la gioia e l’ingenuità dell’infanzia, l’esperienza e la saggezza della vecchiaia che cerca di proteggere i più piccoli, ma anche la cattiveria, la meschinità, l’odio e il tradimento.
Il violino che, con la malizia di un consumato attore, ruba la scena alla protagonista non è un oggetto teatrale, ma un pezzo autentico, arrivato un giorno presso l’ISRAT dove Nicoletta Fasano lavora: quando ha visto e toccato quel violino ha provato emozioni contrastanti come se emanasse delle vibrazioni. Improvvisamente ha avuto la sensazione che fosse importante ricostruirne la storia perché quel violino chiedeva di avere un’identità.
Un testo che si sviluppa con un ritmo in crescendo. Un’esperienza sensoriale che coinvolge vista e udito. Attraverso la tecnica del flashback e della narrazione al presente si scoprono gli indizi che portano alla soluzione del mistero.
La narrazione è dedicata a Guido Foa: suonava il violino, aveva otto anni.
La pièce è nata dalla sinergia di casa degli alfieri, Archivio Teatralità Popolare e Isituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Asti.
Patrizia Camatel ha curato la regia, il testo è interpretato da Elena Formantici. Il lavoro è tratto dal racconto Un violino di Nicoletta Fasano.
Guido suonava il violino sarà in scena venerdì 3 dicembre 2021 a Montegrosso d’Asti, Mercato coperto Piazza Saracco, ore 21. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Lo spettacolo è riproposto dopo il successo ottenuto al debutto in occasione della Giornata della Memoria 2020.
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