Fantascienza
Autisti marziani
Fino a qualche anno fa un qualsiasi robot era fonte di sorpresa e di attrazione, c’era ben poco da discutere sul fascino che emanava (al limite si poteve discutere sull’accento della parola, su quale delle due “o”). Non che adesso i robot siano diventati oggetti casalinghi (ma forse tra pochi anni..) o privi di fascino, certo è che tra i numerosi robot costruiti da giovani tecnologici e dall’emergente movimento dei maker da un lato e, dall’altro lato, una certa abbondanza di libri sull’argomento (dall’approccio narrativo e fantascientifico fino a quello più specialistico e tecnico) si può ben comprendere l’aspirazione verso un robot speciale, un po’ particolare.
Paolo Bellutta è di certo scrittore (è lui, assieme al divulgatore scientifico e frequentatore dell’Aula di Scienze Zanichelli Stefano Dalla Casa, a firmare Autisti marziani) ma è anche uno dei pochissimi uomini al mondo a saper guidare un robot sul pianeta rosso. Non che Bellutta faccia solo l’autista marziano nella vita: oltre a essere rover driver (questa la dizione esatta con la quale lui e l’altra quindicina di autisti marziani vengono indicati al JPL – Jet PropulsionLaboratory, il laboratorio della NASA al Caltech di Pasadena da cui si guidano i veicoli robotici che esplorano Marte) sviluppa sistemi visivi per veicoli spaziali e per missioni non umane di veicoli a terra (come per l’appunto irover marziani) e si è occupato di mettere a punto un metodo per valutare la traversabilità dei rover sulla superficie di Marte.
Altro compito di Bellutta è consistito nella selezione del sito di atterraggio diCuriosity (questo il nome esatto del rover della missione Mars Science Laboratory), compito non certo banale e ammantato di un fascino particolare (i canali di Marte, le osservazioni di astronomi di altri tempi, magari in tempi in cui le imperfezioni degli strumenti astronomici portavano a vedere canali che non c’erano). E quando si arriva al 5 agosto 2012 (fuso orario della California, in Italia era già il 6 agosto) la voglia di conoscere l’attimo esatto in cui Curiosity era atterrato su Marte era grande ma non poteva essere soddisfatta subito: quattordici lunghi minuti il tempo impiegato dai segnali radio per raggiungere il pianeta Terra.
Hardécher: “quello rosso”, così veniva chiamato Marte dagli antichi Egizi… il cammino dell’uomo prosegue e nuovi sbarchi (di soli robot?) avverranno sul pianeta rosso.
Autisti MArziani
Paolo Bellutta, Stefano Della Casa
Zanichelli, 2014
pp.160, Euro 10,80
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