Lo Zibaldone
Greenlights – L’arte di correre in discesa
Helen Adams Keller, nota scrittrice americana vissuta a cavallo tra Otto e Novecento, affermava che “l’ottimismo è la fede che porta alle realizzazioni. Nulla può essere fatto senza speranza o fiducia”. Su questo assioma si impernia il libro dell’attore premio Oscar, Mattew McConaughey, che con la Keller non ha nulla a che fare se non per aver abbracciato, casualmente, la stessa filosofia di vita.
Già il titolo, “Greenlights – L’arte di correre in discesa” (Baldini & Castoldi, Milano 2021, pagg. 310, €. 23,00) la dice lunga su quali sentieri narrativi si snoda questa sorta di autobiografia, frutto di una rielaborazione dei diarii dell’autore: rivisitazione effettuata in piena solitudine nel deserto, in totale contemplazione, riflessione e analisi del proprio percorso esistenziale. E come lo analizza l’attore texano? Utilizzando la metafora dell’”onda verde”, che nel gergo autoveicolare indica una maggiore fluidità del traffico, riducendo rumore e consumi energetici, e quindi minore inquinamento. E proprio alla stregua appunto del ‘greenlights’ McConaughey indica al lettore il lungo e minuzioso racconto della sua straordinaria vita fatta di alti e bassi, successi e fallimenti, momenti felici e dolori acuti, attraversando anche la triste disavventura del carcere, il tutto in un incedere tuttavia in cui il protagonista è sempre lui, l’ottimismo, l’arma vincente con cui affrontare ciò che noi umani definiamo vita, il tutto filtrato attraverso il palese agnosticismo dell’autore. Un agnosticismo, peraltro, non certo penalizzante bensì professato con assoluta serenità, anche in quelle pieghe della vita pregne di dolore e sofferenza in cui, anche al limite dello sconforto, altri uomini cercano di aggrapparsi ad un’entità divina.
Ma il manuale del premio Oscar non prevede certo questa soluzione bensì una ricerca affannosa, a tratti anche faticosa, nel trovare certosinamente nelle proprie esistenze quanti più ‘greenlights’, proprio per dare il vero significato ad esse ma soprattutto su come imparare a gestire le delusioni che esse ci propinano giorno dopo giorno. Dunque, non proprio un testo-panacea a 360°, diremmo piuttosto un trasferimento di esperienze vissute all’insegna della positività più assoluta, anche quando bagnati fradici sotto un temporale ci viene il guizzo, forse folle, di danzare.

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