Lo Zibaldone

Gloria Vocaturo presenta il romanzo “Autobiografia di mio padre”.

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2 anni ago

7 Luglio 2022

“Autobiografia di mio padre” di Gloria Vocaturo è un romanzo delicato ed emozionante in cui l’autrice mette al centro della narrazione la figura paterna per parlare di vita e di morte, e di ciò che unisce indissolubilmente queste due condizioni. La voce narrante dell’opera è il padre defunto, Romeo, che racconta la storia della sua vita e della sua famiglia mentre si trova nell’Altrove, in quel luogo dove non si è più esseri terreni ma in cui non c’è neanche la morte intesa come fine di tutto. Nel romanzo, infatti, si vuole far riflettere sul concetto di eternità e di spiritualità; niente viene perduto con la cessazione della vita, e l’amore continua ad esistere e a spargere la sua energia benefica, come afferma Romeo mentre tenta di comunicare con la moglie: «Diglielo, Francesca, che l’amore è un gioco senza fine, che non ci siamo mai staccati, mai perduti. Diglielo, ai nostri figli». Le intense parti narrative in cui l’uomo racconta delle sue esperienze esistenziali vengono intervallate da brevi capitoli intitolati tutti “Soliloquio”, in cui egli esprime poeticamente i suoi pensieri sulla sua nuova condizione e in cui osserva i suoi famigliari che combattono col dolore della perdita, come la sua amata moglie – «È straziante vederla e non poterla consolare. Non riesco a sopportarlo proprio. Non riesco a sopportare di lasciarla andare, di lasciare andare anche lei: la mia sposa, la donna che ho sempre amato e amo». Il luogo in cui si trova, se può parlarsi di luogo, è un’oasi di pace e di verità; la morte non esiste in questo Altrove perché c’è l’eternità, alimentata dall’amore. Gloria Vocaturo narra la vita del genitore rievocando i momenti più importanti che lo hanno determinato come uomo, come padre e come marito; nei ricordi di Romeo vi è inoltre il racconto della storia italiana dalla Seconda guerra mondiale ai giorni nostri, e ciò conferisce un valore aggiunto all’opera, che diventa testimonianza preziosa della nostra memoria. Dalle parole di Corrado Passi in chiusura dell’opera: «In un’atmosfera intima, familiare, nella quale l’amore paterno e filiale si scambiano immagini e ricordi come in un gioco di specchi, la storia quotidiana dei protagonisti, dominata da un intenso colore italiano, si universalizza, si eleva a Storia; il padre diviene una presenza immortale e vive una dialettica costante tra l’esistenza terrena – le proprie debolezze, la malinconia mediterranea, l’amore coniugale – e la sua persistenza nell’Altrove, nell’Universale».