Religione
Gianfranco Cingolani: ” La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono”
Gianfranco Cingolani (Montelupone, 1942) pubblica per Europa Edizioni il saggio “La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono. Insostenibili contraddizioni tra storia e religione”, un compendio dei suoi studi e delle sue ricerche sulla storia dell’uomo e delle religioni. Temi cari a un autore che vuole arrivare il più vicino possibile alla verità, e che ha deciso di renderla disponibile per tutti coloro che vogliono comprendere come hanno avuto origine e si sono evoluti l’universo e l’essere umano.
A cura di Antonella Quaglia
«Il sottotitolo alla sua opera La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono recita: Insostenibili contraddizioni tra storia e religione. Lei mostra con esempi concreti i falsi storici prodotti dal cristianesimo: sono infatti evidenti le incoerenze presenti nei testi sacri, come ad esempio nei vangeli, dove le ultime parole di Gesù sono riportate in modo completamente diverso da Matteo, Luca e Giovanni. In quali altri ambiti la religione cristiana ha tradito la storia?».
Direi che il cristianesimo ha iniziato a tradire la parola di Gesù non appena gli è stato permesso di uscire dalla clandestinità e diventare chiesa di Stato, prima con Costantino e poi con Teodosio. Da perseguitata è diventata subito persecutrice già nel concilio di Arles del 314 quando sollecitò l’imperatore a scagliare le sue legioni contro gli “scismatici donatisti” del nord Africa provocandone lo sterminio totale. Successivamente Ambrogio inviò i suoi sgherri ad incendiare le sinagoghe (meglio se con ebrei dentro). Insomma dal quarto secolo, la Chiesa di Roma, diventata prima chiesa dell’impero, ha iniziato la sua scalata alla ricchezza ed al potere temporale, calpestando tutti gli altri movimenti cristiani sparsi in altre regioni del grande impero, ma non allineati all’autoproclamata ortodossia romana. Per tutti i secoli successivi gran parte dei papi, dimentichi degli insegnamenti di Cristo, oltre alle orribili nefandezze compiute, perseguitarono quanti (come i catari, i francescani, i dolciniani, ecc) tentarono di ripristinare gli insegnamenti di fratellanza e povertà predicati dal vangeli, in opposizione all’opulenza delle corte papale. Alcuni di questi comportamenti si sono ripetuti anche con gli ultimi papi santificati con troppa fretta. Da Pio IX che continuava a difendere il potere temporale facendo impiccare decine di carbonari. A Pio XII che non ha aperto bocca contro le leggi razziali, contro la seconda sciagurata guerra mondiale e gli orribili lager nazisti. A Paolo VI che sollecitava ancora la sudditanza delle donne all’uomo. A papa Wojtyla che ha incaricato i fidati Marcinkus, Calvi, Sindona e Gelli a procacciarsi ed utilizzare fondi neri (di provenienza mafiosa o illecita) dello IOR per scalzare il comunismo dalla Polonia. Perfino papa Francesco ha dimostrato qualche strappo agli insegnamenti evangelici non combattendo sufficientemente la pedofilia nella Chiesa (caso Viganò) o giustificando il massacro dei terroristi musulmani nella redazione di Charlie Hebdo sostenendo che avrebbe dato analogamente un cazzotto a chi avesse offeso sua madre: il porgi l’altra guancia non vale più? Evidentemente i papi non sono infallibili ed alla loro elezione spesso lo Spirito Santo è stato distratto o assente! Insomma, se si analizza la storia bimillenaria della chiesa, ci vuole molto coraggio a definirla rappresentante e discendente da Cristo!
«È molto interessante quando nella sua opera afferma che il più delle volte i fedeli osservanti non hanno mai letto i testi sacri, o li leggono senza spirito critico. Secondo lei cosa spinge i credenti a non guardare all’evidenza scientifica che sconfessa molti dei dogmi cristiani? Cosa impone loro di credere ciecamente e di non mettere mai in discussione la propria religione?».
Il comportamento di molti fedeli è talvolta sconcertante. Continuano ad ascoltare e credere ad insegnamenti palesemente errati, falsi o antistorici come fossero stati plagiati. Sono stati convinti che Bibbia e Vangeli sono emanazione diretta di Dio, ma non conoscono le tantissime assurdità o le rappresentazioni antropomorfe e crudeli della divinità in essi contenute. E’ evidente che non hanno letto mai i testi sacri, ma hanno solo ascoltato le rappresentazioni volutamente artefatte delle omelie domenicali. In fondo si possono capire: fin da piccoli sono stati indottrinati ed anche da grandi, spesso per quieto vivere, seguono le tranquillizzanti abitudini della maggioranza. E se poi ci fosse davvero un aldilà, perché rischiare? Sicuramente anche loro conoscono Darwin e le straordinarie scoperte della scienza che ribaltano inesorabilmente il processo biblico della nascita dell’universo e della terra, della comparsa della vita e della straordinaria discendenza dell’uomo. Ma non si azzardano a misconoscere Adamo, Eva e quel maledetto peccato originale che ci renderebbero tutti colpevoli già prima di nascere. Naturalmente non generalizzo il concetto. Ci sono tantissime persone che sono scientemente convinte della loro fede e che ne traggono comportamenti esemplari.
«Perché l’essere umano, dagli albori della storia, ha avuto bisogno di credere in una divinità trascendente che governasse la sua esistenza?».
S. Agostino affermava che una delle dimostrazioni dell’Esistenza di Dio sia proprio il fatto che quasi tutti i popoli di ogni epoca e di ogni regione hanno venerato una qualche divinità. Ma anche Kant ha smontato questa dimostrazione. Non penso sia difficile mettersi nei panni dei primi uomini (in fondo è un processo comune a tutti gli uomini successivi). La vita era piena di difficoltà e sofferenze procurate dalla natura e dagli uomini. La gente veniva terrorizzata da fenomeni inspiegabili come tuoni, fulmini, inondazioni, ecc. Anche la morte, a quei tempi frequente ed improvvisa, procurava smarrimento e paura. Come uscirne? Era indispensabile trovare un’ancora, una speranza. Hanno iniziato cosi’ ad inventare simulacri propiziatori sperando di incentivare le attività quotidiane o allontanare le sofferenze. Hanno dato vita quindi a spiriti benevoli identificandoli in animali, fatti o cose particolarmente straordinarii. A questo punto persone un po’ più furbe degli altri hanno incominciato a fare gli “animatori” (ovvero i primi sacerdoti) distribuendo pozioni magiche, riti propiziatori, nenie, profumi inebrianti e qualche erba curativa o allucinogena; quindi hanno raccontato di essere in contatto con qualche divinità che poteva intercedere per chi credeva in loro. E la gente comune finiva facilmente per crederci. Mircea Elide (grandissimo filosofo e storico delle religioni) ne ha dato una semplice lettura: l’uomo, nella speranza di superare le sofferenze e le ingiustizie quotidiane ha finito per inventarsi una specie di specchio rovescio: un mondo parallelo o postumo dove sicuramente doveva esistere il massimo della salute, della felicità e, soprattutto, della giustizia: in fondo una pia rivalsa dell’uomo indifeso contro i presunti oppressori (ripeto: natura o altri uomini prepotenti). Credo che, in fondo, proprio questo sia stato il processo di nascita di tutte le religioni. Le classi sacerdotali, diventate sempre più potenti e seguite, hanno “inventato” un aldilà ricco di premi fantasmagorici o di penne terrificanti: soliti bastone e carota per sottomettere la gente. Direi che le tre religioni monoteiste sono state particolarmente fantasiose nell’immaginare questo secondo mondo ultraterreno, infarcendolo di situazioni puerilmente antropomorfe, come hanno descritto Dante, Giotto e Michelangelo. Nel paradiso di Allah si sta ancora meglio: si fa una vita spensierata e gioiosa: vestiti bellissimi, delizie di ogni genere e… sesso all’infinito.
«Dalla sua opera: “cercare di comprendere le origini dell’uomo e di tutto quello che lo circonda probabilmente è un bisogno connaturato all’essere umano”. Un bisogno di verità che l’ha spinta a scavare a fondo nella storia dell’uomo, del mondo in cui vive e di ciò che lo ha sempre condizionato. Quali opere, autori o incontri illuminanti hanno ispirato il suo cammino che l’ha portata a scrivere La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono?».
Il libro è nato dopo lunghissime riflessioni e l’attenta rilettura critica dei testi sacri (Bibbia, Vangeli canonici, Corano). Naturalmente in questo lavoro ho fatto tesoro del pensiero di molti autori anche di formazione cristiana. Ricordo brevemente: Corrado Augias nel suo Inchiesta sul Cristianesimo; lo stesso Augias ed il teologo Vito Mancuso nel Disputa su Dio; Luigi Pianciani con la Roma dei Papi (del 1892); Stephen Hawking Dal big bang ai buchi neri; B. G. Boschi con la sua Genesi; E. Frattini nella Vita sessuale dei papi; F. Liggio nei Papi scellerati; L. Feurbach con Essenza del Cristianesimo. Ho esaminato con attenzione il pensiero di molti altri filosofi e teologi (Aristotele, Agostino, Tommaso, Cartesio e Kant). Naturalmente ho trovato una fonte inesauribile di notizie sulla rete, man mano che approfondivo i vari argomenti che stavo trattando.
«Nell’ultima parte della sua opera parla delle figure controverse di certi pontefici, dei suoi dubbi sulla santificazione di alcuni di loro, del fenomeno opinabile delle stigmate così come degli esorcismi, del potere discutibile delle reliquie e dei miracoli. Da sempre la verità è il nemico giurato di ogni potere consolidato. Quali problemi ha avuto in seguito alla pubblicazione del suo libro? È riuscito a intavolare una discussione costruttiva con la comunità religiosa, o l’opera è stata rigettata senza possibilità di confronto?».
Quando ho iniziato a scrivere questo libro avevo “sognato” di farlo a quattro mani confrontandomi con un credente. So bene quando possano essere fallaci certe convinzioni ed ho un forte dubbio che la “verità” possa essere disponibile solo ad una certa parte dell’umanità. Ragione, scienza e fede sono in fondo la base di tutte le conoscenze: in una eventuale rappresentazione a “torta” delle nozioni umane non è possibile delimitarne le proporzioni (fra l’altro estremamente variabili nel tempo con lo sviluppo del pensiero umano); facilmente si finisce per cadere nella soggettività. Tra parenti, conoscenti ed amici ho provato insistentemente a cercare un confronto, con alterne fortune. Alcuni, benché assidui frequentatori dei riti religiosi, mi hanno dato parziali ragioni. Altri si son nascosti dietro il “ho già tanti dubbi per conto mio…”. Pochi hanno concordato con entusiasmo le mie conclusioni. Quello che non sono riuscito mai ad allacciare, pur avendolo sollecitato lungamente, è stato un confronto con religiosi e studiosi di teologia: una chiusura ermetica ad oltranza. Solo una volta ho intrattenuto un confronto abbastanza a lungo con un teologo. Il tema iniziale è stato la Bibbia e la sua interpretazione. Naturalmente io sostenevo che anche un neofita (come del resto pretendono di fare i protestanti) dovrebbe poter leggere il testo senza l’ausilio di un “traduttore”. Mi veniva contestato che la Bibbia non può essere intesa letteralmente, ma in ogni parola si dovesse scoprire la parola di Dio perché la Bibbia sarebbe stata scritta o almeno dettata dallo stesso Dio. Ne conseguirebbe che, se si vuole leggere la Bibbia e la si vuol capire, bisogna studiare prima teologia o farsela interpretare da un teologo. L’interpretazione letterale mostra senza dubbio una lunga serie di fatti assurdi, falsi storici ed un’immagine terribile e crudele della divinità a cui fanno riferimento le tre religioni monoteistiche. Mi sembra decisamente arduo definire bianco ciò che è, con tutta evidenza, nero! Esistono molte Bibbie personalizzate ed adattate alle esigenze delle diverse religioni: esiste la versione ebraica; quella cattolica (modificata tantissime volte fino all’ultima edizione del 2008), quella anglicana; quella luterana, quella dei Testimoni di Geova, ecc. Per ognuno dei rispettivi fedeli resta la base fondamentale ed indiscutibile della propria fede.
«Perché è importante che sia i devoti che gli atei leggano La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono?».
Questo libro non è stato scritto per sollecitare l’ateismo o l’abiura alle proprie convinzioni religiose. E’ solo un’analisi storica del tutto personale che ho svolto nella parte discendente della mia vita per comprendere quanto mi era stato insegnato fin da piccolo, da una famiglia e da un ambiente di stretta osservanza cattolica. Ho perfino frequentato cinque anni di seminario dove ho potuto apprendere a fondo il contenuto dei testi sacri e gli insegnamenti del cattolicesimo: ne sono uscito senza recriminazioni o dubbi di carattere religioso. Solo dopo il pensionamento ho avuto il tempo e, soprattutto, la volontà di rianalizzare le mie convinzioni ed ho svolto questa lunga ed approfondita ricerca per la voglia personale di avvicinarmi alla “verità”, ammesso che ne esista una unica. A chi mi legge in fondo chiedo una sola cosa: cercare di fare un analogo percorso liberamente e senza condizionamenti esterni, per pura sete di conoscenza. Se il suo percorso lo porterà a confermare il proprio credo, immagino che ne sarà doppiamente felice. Sicuramente però sarà riuscito a sfrondare le sue convinzioni da tante inesattezze, falsi storici e rappresentazioni puerilmente antropomorfe accatastatisi nei millenni su tutte le religioni, magari solo per l’evidente limitazione del pensiero umano.
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