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Geografie sul Pasubio

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Quattro giorni (14-17 luglio 2022) dedicati al reportage con ospiti nazionali e internazionali, il tutto su un luogo simbolo come il monte Pasubio (tra le province di Trento e Vicenza): montagna frontiera per secoli tra Impero d’Austria-Ungheria, Repubblica di Venezia prima e Regno d’Italia poi, scenario di aspri scontri nella Grande Guerra.

È l’edizione 2022 di Geografie sul Pasubio che dal 2017 trasforma per quattro giorni il Monte Pasubio da luogo di memoria di passaggi, confini e battaglie in crocevia di storie e idee sulle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature, società, fatti politici e storici, esistenze individuali. Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.

 

Il tutto avviene in quota in luoghi raggiungibili a piedi tra le ore 12 e le ore 18.

Itinerari da poche decine di minuti a più ore e, per i più avventurosi e chi è alla ricerca di un’esperienza diversa, c’è anche un trekking che collega in quattro giorni tutte le location con serate e pernottamenti in rifugio, condivisioni e la possibilità di passare del tempo in più con i reporter (iscrizione obbligatoria sul sito geografiesulpasubio.it). Se il trekking di più giorni richiede l’iscrizione, tutti gli incontri in programma con i reporter sono invece a partecipazione libera e gratuita.

 

Sui prati, sugli alpeggi, davanti ai rifugi si alternano ospiti provenienti da varie parti d’Europa:  gli italiani Gabriele Battaglia, Valentina Parisi, Valerio Pellizzari, Andrea Pipino, l’italogiapponese Junko Terao, lo svedese Albin Biblom, lo spagnolo Sergio Del Molino, lo slovacco Tomas Forro, il polacco Witold Szabłowski, il tedesco Uwe Rada.

 

 

Si comincia il giovedì 14 luglio (Terragnolo, località Il Masetto, ore 18) con l’incontro dedicato a KALININGRAD. LA CITTÀ BIFRONTE che avrà come protagonista l’autrice, traduttrice ( Alexandra Petrova, Lev Šestov, Pavel Florenskij, Léon Bakst, Pavel Sanaev, Vasilij Grossman, Anton Čechov, Vasilij Golovanov, Wisława Szymborska, Adam Zagajewski, Hanna Krall, Stanisław Lem) e slavista VALENTINA PARISI. In questi giorni il nome di questa città sul Baltico è tornato alla ribalta per i fatti legati alla guerra ucraina e alle tensioni geopolitiche. Kaliningrad però è anche qualcosa di molto particolare. Anzitutto prima di Kaliningrad esisteva Königsberg, la città tedesco-prussiana di Kant, Gottsched, Herder, Hannah Arendt… Rasa al suolo nel 1944 (prima dagli Alleati  e poi dall’Armata Rossa) lasciò il posto a Kaliningrad. “Enigmatica come una delle città invisibili di Italo Calvino, questa exclave russa situata in riva al Mar Baltico cela storie dimenticate, come quella dei tanti prigionieri di guerra, anche italiani, che vi hanno lavorato fino all’aprile 1945, nelle fabbriche del Terzo Reich…” (dalla quarta di copertina del volume di Parisi edito da Exorma edizioni).

 

Il venerdì 15 luglio si alterneranno tre incontri a partire da quello dedicato a IL FIUME ODER. DA CONFINE DELLA GUERRA FREDDA A… che vedrà come relatore il giornalista  tedesco della TAZ e autore di numerose opere di reportage, geografia e storia culturale UWE RADA (Monte Pasubio, Malga Bisorte, ore 12). Tutti noi conosciamo e sappiamo in un certo modo almeno collocare sulla mappa fiumi com Volga, Danubio, Don, Dnepr, Reno, Elba. Per alcuni di loro recuperiamo nella memoria fatti storici, il loro valore dall’età antica in poi. Ma ci sono altri corsi d’acqua che risuonano nella testa solo come già sentiti o a volte nemmeno in quel modo: Oder, Memel, Nemunas… Fiumi di cui sappiamo poco o nulla. Uwe Rada ce ne parlerà.

Alle ore 16 nelle vicinanze del Rifugio Vincenzo Lancia  si parla degli ORSI DANZANTI DELLA BULGARIA assieme al fotografo svedese ALBIN BIBLOM che alle loro storie ha dedicato numerosi scatti utilizzati in parte anche nel volume “Orsi danzanti. Storie di nostalgici della vita sotto il comunismo” (Keller 2022, trad. L. Masi) di Witold Szabłowski ed esposte al Natuurmuseum Groningen.
Al termine dell’incontro parlerà anche il reporter polacco SZABŁOWSKI mentre la moderazione è affidata al giornalista ed editor per l’Europa centro-orientale di «Internazionale» ANDREA PIPINO. Albin Biblom nato nel 1975 in Svezia, ha studiato all’International Center of Photography di New York (USA) e alla Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam (Paesi Bassi). Si occupa di fotografia e documentari.
A concludere la giornata sarà infine Valerio Pellizzari (Rifugio Vincvenzo Lancia, ore 18), al fianco di Geografie sul Pasubio sin dalla sua prima edizione. Reporter di lungo corso Valerio Pellizzari parlerà di Nostalgie imperiali: Alaska e Curili. La guerra che non si chiama guerra in Ucraina ha  risvegliato nostalgie imperiali. Dall’Alaska  zarista venduta agli Stati Uniti, alle isole Curili che paralizzano la pace con Tokyo, all’Antartide avvistato due secoli fa dai russi per primi. Tra propaganda e scioglimento dei ghiacci, Mosca ancora una volta identifica la frontiera con il fronte militare, presente o futuro. Valerio Pellizzari è giornalista e scrittore. È stato inviato speciale de “Il Messaggero” e poi editorialista de “La Stampa”. Ha seguito per oltre quarant’anni gli avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa dell’Est – compresa la Guerra civile jugoslava , il Maghreb, il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Estremo Oriente. Numerose le sue opere. Ha ricevuto il premio “Max David” per l’inviato speciale, è stato tra i fondatori del Premio Terzani.

 

Anche sabato 16 luglio si presenta come una giornata densa di incontri e dialoghi sin da quello intitolato «DONBAS. SUITE NUZIALE ALL’HOTEL VOJNA» assieme al reporter slovacco TOMAS FORRO (Rifugio Vincenzo Lancia, ore 11). Quello di Forro è un reportage di valore che ci racconta il Donbas prima degli eventi bellici del 2022 e dove ha trascorso ben due anni per raccogliere il materiale che ha dato forma a «Donbas. Suite nuziale all’Hotel ‘Vojna’», un volume di oltre 400 pagine i cui diritti di edizione sono stati acquistati dalla casa editrice Keller a fine 2021 e che è in via di traduzione.

Forro parla con persone su entrambi i lati del fronte, spesso rischia la vita e si reca di nascosto dove pochi giornalisti si avventurano. Descrive a fondo la situazione politica nell’Ucraina orientale e le tattiche russe della guerra ibrida, in cui il combattimento convenzionale si mescola alla guerriglia e i fatti alla propaganda. Le sue analisi sono sempre legate anche alle storie di persone per le quali la guerra e le sue conseguenze sono una quotidianità dolorosa. La grande politica si intreccia qui con la piccola politica, e il destino dei soldati con il destino delle famiglie comuni che hanno perso tutto nel conflitto.

Tomas Forro è un giornalista slovacco che si occupa di situazioni di crisi e conflitti principalmente nelle regioni dell’Europa centrale e orientale, dell’America Latina e dell’Asia meridionale. Per due volte è stato selezionato per il Czech Journalism Award ed ha ottenuto tre Slovak Journalism Awards.

Dopo il reporter slovacco sarà la volta di una prestigiosa firma spagnola come SERGIO DEL MOLINO che in Italia è pubblicato dall’editore Sellerio. Sergio del Molino è scrittore e giornalista. Proprio da uno dei suoi libri editi in Italia dall’editore siciliano prende il via l’incontro LA SPAGNA VUOTA (Sella dei Colsanti, ore 16). Anche la penisola spagnola infatti ha conosciuto – al pari dell’Italia –  l’abbandono delle campagne e delle province e un  rapido processo di inurbamento. Del Molino ci regala un viaggio multiforme tra storia e geografia nella “Spagna vuota”. Nato a Madrid nel 1979, Del Molino è scrittore e giornalista e collabora con diversi quotidiani e programmi televisivi. Ha esordito nel 2009 con la raccolta di racconti Malas influencias, seguita nel 2012 dal romanzo No habrá más enemigo. Nell’ora violetta (Sellerio 2017) ha vinto il Premio El Ojo Crítico 2013 e il Premio Tigre Juan. Nel 2019 è uscito in Italia La Spagna vuota (Sellerio).

Spazio infine a un autentico “fenomeno” internazionale del reportage polacco come WITOLD SZABŁOWSKI che in Italia è approdato in libreria con due libri: “L’assassino dalla città delle albicocche” e “Orsi danzanti. Storie di nostalgici della vita sotto il comunismo”. All’incontro del 16 luglio “COME SFAMARE UN DITTATORE(Vicinanze del Rifugio Vincenzo Lancia, ore 18) ci racconterà del rapporto tra alcuni famosi dittatori del Novecento e i loro cuochi. Tema al centro di uno dei suoi ultimi lavori, accolto con un grande successo di critica e pubblico anche anche negli Stati Uniti. Cosa mangiava Pol Pot mentre due milioni di cambogiani stavano morendo di fame? Idi Amin ha davvero mangiato carne umana? E perché Fidel Castro era ossessionato da una mucca in particolare? Viaggiando attraverso quattro continenti, dalle rovine dell’Iraq alle savane del Kenya, Witold Szabłowski ha rintracciato i cuochi personali di cinque “dittatori”: l’iracheno Saddam Hussein, l’ugandese Idi Amin, l’albanese Enver Hoxha, il cubano Fidel Castro e il cambogiano Pol Pot. Ha ascoltato le loro storie davanti a zuppe agrodolci, pilaf di capra, bottiglie di rum e giocando a gin rummy. Uno sguardo diverso e intrigante sulla vita sotto la tirannia. Witold Szabłowski è nato nel 1980 a Ostrów Mazowiecki. Ha studiato Scienze politiche a Varsavia e Istanbul. In Polonia ha iniziato la carriera giornalistica collaborando con la rete televisiva tvn24. Nel 2006 è entrato nel gruppo di «Gazeta Wyborcza». Per i suoi reportage ha ottenuto importanti riconoscimenti. In Italia è pubblicato da Keller editore: “L’assassino dalla città delle albicocche” (Keller, 2019): “Orsi danzanti (Keller, 2022).

 

Geografie sul Pasubio si conclude domenica 17 luglio con un dialogo a due tra JUNKO TERAO, italogiapponese ed editor per l’Asia di «Internazionale», e GABRIELE BATTAGLIA, inviato da Pechino per la Televisione e la Radio della Svizzera italiana. Al centro del loro incontro uno sguardo al presente e al futuro di Asia e Cina ponendo una particolare attenzione al diverso contesto internazionale imposto dagli eventi ucraini: CINA E ASIA DOPO LA CRISI UCRAINA (Malga Valli, ore 14).

Junko Terao è l’editor di Asia e Pacifico. Italogiapponese, lavora a Internazionale dal 2010. In passato ha lavorato al Riformista e al Manifesto, e ha collaborato da freelance con diverse testate come socia di Lettera 22. È laureata in lingue e letterature orientali. È nata a Brescia ed è di casa a Venezia. Gabriele Battaglia, classe 1966, vive a Pechino dal 2011, dove è corrispondente per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI). Collabora con Internazionale e altre testate. Tra i suoi libri “Buonanotte Signor Mao” (Milieu, 2017), “Fucili contro Burma” (Informant, 2014). Nel 2021 è uscito per Prospero editore “Massa per Velocità. Un racconto dalla Cina profonda”.

 

 

La partecipazione agli incontri è libera e gratuita mentre la partecipazione al trekking di più giorni è a pagamento e a numero chiuso. Per tutte le informazioni su incontri, accessi, orari e iscrizione al trekking di più giorni: www.geografiesulpasubio.it

 

Geografie sul Pasubio è organizzato da Keller editore in collaborazione con i comuni del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa e Valli del Pasubio) e la partnership di Internazionale.

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