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Fumare è un’arte, parola di Nissirio

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Di Mariano Sabatini

Giornalista di lungo corso e saggista disinvolto e gradevole, Patrizio Nissirio, tra riferimenti letterari e citazioni poetiche e letterarie, ha realizzato Il sigaro. L’arte del fumo lento tra storia e personaggi (Diarkos editore) che rischia di essere più scandaloso e inviso del libro di quel generale. “Magari avesse lo stesso successo! In realtà, questo è un libro che è anche un invito alla tolleranza – temo che quell’altro vada più nell’altra direzione -quella che i fumatori di sigaro, solitamente civili e attenti a non soffocare gli astanti, chiedono al mondo. Siamo pochi, e cerchiamo sempre di non dar fastidio” dichiara Nissirio.

In questo paese in cui il politicamente corretto calpesta le altrui libertà il fumo rimane un tabù, come lo vivi?

“Francamente non credo che il fumo sia un tabù, né che sia vittima del politicamente corretto, che si applica ad altro. Credo invece, come dicevo, che essere tolleranti sia una virtù. Da quando fumo il sigaro, ovvero da 35 anni, ho sempre cercato di farlo in maniera civile. Quindi mi irrita vedere costoro che, passandomi accanto all’aperto, se avvertono l’odore del fumo fanno gesti plateali per mostrare il loro sdegno”.

E torniamo al tabù… Dai tempi di Leopardi però, che parlava di un piacere vergognoso a confessarsi, le cose sono cambiate almeno un po’?

“Direi di sì. Oggi il sigaro è simbolo di scelta, di conoscenza, di approccio ‘lento’ all’esistenza. In più, ci tengo a sottolinearlo e lo faccio nel libro, è un protagonista di storia, politica e cultura. E in più è ecologico: un mozzicone di sigaro è solo una foglia arrotolata, senza nulla di chimico”.

Qual è in sintesi il vero fascino del tabacco e del sigaro in particolare?

“Non parlo delle sigarette, che non ho mai fumato, ma il fascino del sigaro è il suo saper accompagnare il pensiero, la riflessione, e non a caso Freud lo considerava uno strumento essenziale per la sua professione”.

Il sigaro fa subito cinema o letteratura…

“Credo abbia a che vedere con ciò che evoca e la nostra voglia di immedesimarci nei personaggi. Di volta in volta il duro – pensiamo a Clint Eastwood o a Sylvester Stallone -, l’avventuroso, oppure, in letteratura, il pensoso, il riflessivo, e spesso anche il solitario, personaggio che piace particolarmente a noi scrittori”.

Come la mettiamo con il famoso ammonimento: nuoce gravemente alla salute?

“Bene non fa. Ma come tutte le cose, fatto con moderazione e considerandolo un momento di salutare sosta della giornata non fa più male di una scorpacciata di insaccati o di cioccolata”.

Hai citato Freud che, da medico, ne sapeva qualcosa…

“Si prese un grave tumore alla bocca, a causa delle decine di sigari che fumava. Era consapevole della nocività dei sigari, ma probabilmente ne apprezzava di più i piaceri”

Soldati attribuiva ai sigari una personalità…

“Mario Soldati, cui è dedicato un tipo di Toscano, aveva perfettamente ragione. Potremmo quasi dire che il sigaro che fa per te è lui a sceglierti, dopo che avrai vagato tra i tanti. Personalmente sono stato scelto dall’Antico Toscano”.

Il tuo per il sigaro è stato un amore senza tradimenti?

“Assolutamente fedele. Mai fumato sigarette, come accennavo. Al massimo ho tradito il Toscano con qualche cubano o nicaraguense, ma mi ha perdonato”.

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