Musica
Frank Sinatra, l’italoamericano
Si possono scrivere ben tre biografie sullo stesso artista? Bé, noi diciamo che se l’autore è il musicologo Gildo De Stefano e l’artista è Frank Sinatra, l’inossidabile ‘Voce’ che ha travalicato indenne il tempo e le generazioni, la risposta è sì. Infatti il critico partenopeo ci riprova per la terza volta a raccontare il grande Frank Sinatra. E lo fa narrando dell’uomo, del personaggio, dell’artista: tre aspetti che in ottantatre anni di esistenza e sessanta di carriera restano singolarmente enigmatici e spesso contradditori. Dall’infanzia tipicamente italo-americana fino alla conquista del pubblico più mondano, queste pagine cercano di decifrare l’enigma e il significato storico di The Voice, il giovanotto smilzo che aveva fatto impazzire le ragazze negli anni della guerra. II volume, edito dalla fiorentina Logisma, contiene anche un ricco inserto fotografico con immagini inconsuete a colori e in B/N, ed è completato assieme ad una discografia ragionata e una filmografia completa curate dallo stesso autore.
Raccontare la vita di Sinatra è impossibile senza spiegare il contesto in cui si svolse, e le vicende che segnarono l’America fra gli anni ’40 e ’70. Frank Sinatra aveva una forte personalità, una carica artistica senza precedenti, a tratti capriccioso (come ogni vero artista), a tratti affascinato dal potere politico senza grandi distinzioni di partito. Certamente Sinatra rimane un mito senza tramonto; un nome che simboleggia per antonomasia la vetta più alta raggiunta dall’arte vocale dei tempi d’oro. La sua vita è stata esplorata, scavata, commemorata, celebrata come nessun altro cantante può vantare. È stato e continua a essere strumentalizzato. A Hollywood lo troviamo attore protagonista di film eccezionali che gli conferiranno perfino un Oscar. Abbiamo assistito in Italia a sue azioni miracolose: il celebrando Sinatra diventato celebratore di chi deve celebrarlo! Si supponeva ormai impossibile riuscire a scoprire e a scrivere del nuovo riguardo Sinatra ma gli ‘aficionados’ devono ricredersi. La vitalità del mito è suffragata dall’apparizione di questo terzo sorprendente volume di De Stefano, grazie alle sue nuove certosine ricerche
Il testo non fa sconti, raccontando Sinatra e la sua vita nel positivo come nelle parti più cupe: si parla del coraggio di difendere la musica e chiunque voleva approcciarvisi, nessun colore della pelle escluso, tanto quanto la simpatia più o meno velata per alcuni esponenti mafiosi. L’autore partenopeo è in grado di raccontarci tutto questo grazie alla sua profonda conoscenza della cultura musicale e, a suo supporto, c’è un ampio materiale vissuto di persona come lo scandalo dell’ultimo concerto italiano tenuto a Pompei, che vide coinvolto in vicende giudiziarie l’Amministrazione Comunale di Napoli degli anni ’90; ma anche interviste d’archivio e i ricordi delle persone che maggiormente sono state accanto all’artista.
De Stefano si concentra sul riassunto della vita di Sinatra, nato il 12 dicembre 1915 a Hoboken, da genitori di origini italiane, passando poi al racconto dei rapporti familiari, e di come Frank non fosse esattamente uno studente modello: espulso da scuola, si improvviserà libraio, operaio in un porto e molto altro, fino ad avere uno scontro col padre e a decidere in seguito di provare a farsi pagare per quella che era la sua passione fin da giovanissimo: il canto.
Appurato il suo talento, in breve tempo Sinatra divenne abbastanza conosciuto nel New Jersey, arrivando a costituire la sua prima band. Solo 5 anni dopo fece il suo ingresso nell’orchestra di Tommy Dorsey, e nello stesso anno ebbe la sua prima figlia da Nancy Barbato. Arrivò poi il cinema, con successi come “Due marinai e una ragazza”, in cui recitò al fianco di Gene Kelly, o “Un giorno a New York”.
Gildo De Stefano attraversa poi gli anni peggiori, con i contratti in scadenza, l’emorragia alle corde vocali, il divorzio, il tumultuoso rapporto con le donne, soprattutto con Ava Gardner, e i suoi problemi finanziari con l’ufficio delle imposte americano, i suoi presunti rapporti con la mafia. Da una situazione del genere, si può solo risalire, cosa che Frank Sinatra seppe fare con maestria. Gli eventi più interessanti e discussi, però, si concentrano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 quando viene data vita al Rat Pack, una sorta di gruppo di amici, ma tutti rigorosamente famosi, di cui faceva parte, oltre a Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis, Peter Lawford e Joey Bishop. Il Rat Pack ebbe un ruolo considerevole nella guerra alla segregazione razziale, e in quegli anni ad esporsi erano ben in pochi.
Viene approfondito il tema di un suo collegamento con la mafia in un capitolo che De Stefano dedica all’ampio dossier F.B.I. anche se Sinatra negò sempre le accuse e, anche se indagato, il testo sottolinea come non fu mai ufficialmente criminalizzato per illeciti di tipo malavitoso. Non da meno furono i legami con la politica, vedendolo al fianco di personaggi di spicco come Kennedy, Nixon, e Reagan, fra posizioni politiche altalenanti.
Vi chiederete se vale la pena leggerlo? A prescindere se siete fan sfegatati di Frank Sinatra o appassionati di musica, indubbiamente sì. La bellezza del libro di De Stefano risiede nel racconto senza troppi fronzoli della vita di un uomo che ha segnato un’epoca e la cui voce vellutata e inconfondibile non saranno mai dimenticate. Il tutto si appoggia sulle note dell’ultima esibizione italiana, che poi non fu davvero l’ultima, concerto di Frank del 1991 all’Anfiteatro a Pompei. Stare lontano dai riflettori non faceva per lui, che continuò ad apparire fino alla sua morte, nonostante gli addii.
Questa terza biografia del musicologo napoletano può considerarsi, a tutti gli effetti, definitiva su tutte le altre in commercio per fatti e misfatti riportati esclusivamente in essa. Per questa ragione rappresenta una fotografia della vita articolata e complessa di un grande artista, senza giudizi, perché non servono, accompagnato da una colonna sonora formidabile.
Gildo De Stefano
Frank Sinatra, l’italoamericano
Logisma, 2021
pp.232, Euro 23,00
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