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Lo Zibaldone

Francesco Giubilei: riflessioni sulla rivoluzione francese

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Il conservatore è un il reazionario, una persona che auspica un ritorno al passato che non accetta le novità del cambiamento? Non è così per il libro “Storia del pensiero conservatore”.

 

DI GIROLAMO TERRACINI

 

È uscito da qualche settimana “Storia del pensiero conservatore. Dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni”, il nuovo libro di Francesco Giubilei, editore e autore lo scorso anno di una biografia dedicata a Leo Longanesi. Lo abbiamo intervistato per parlarli del suo ultimo lavoro.

 

Che cosa si intende per pensiero conservatore?

Il pensiero conservatore nasce con la pubblicazione del libro Riflessioni sulla rivoluzione francese di Burke come reazione agli eventi della rivoluzione in Francia. Riprendendo le parole di Giuseppe Prezzolini, autore de Il manifesto dei conservatori: “il Vero Conservatore intende ‘continuare mantenendo’, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principii permanenti”.

Esiste nel nostro paese una cultura conservatrice?

In Italia, a differenza di altre nazioni come l’Inghilterra o gli Stati Uniti, il termine “conservatore” viene spesso associato ad una connotazione negativa. Nella percezione comune il conservatore è erroneamente identificato con il reazionario, come una persona che auspica un ritorno al passato, che non accetta le novità e il cambiamento. In realtà nel nostro paese esistono decine di pensatori conservatori che hanno caratterizzato la vita culturale nel XIX e XX secolo. Oltre al già citato Giuseppe Prezzolini, un altro grande conservatore è stato Leo Longanesi “sono conservatore in un paese in cui non c’è niente da conservatore”. Non si può inoltre dimenticare un anarco-conservatore come Indro Montanelli, un grande scrittore e giornalista come Ennio Flaiano. Ma l’elenco è lungo: Oriani, Mosca, Pareto, Panfilo Gentile, Papini, Soffici…

È possibile essere conservatori nel XXI secolo?

È innegabile che nel nostro paese siano necessarie riforme che interessino vari settori della società: dalla politica all’economia, dalla scuola alla cultura, ma crediamo che questi cambiamenti debbano avvenire tenendo a mente la nostra storia e le nostre tradizioni senza mettere in discussione alcuni valori insindacabili. Il conservatore identifica questi valori nella famiglia, nella religione, nella tutela del patrimonio storico, artistico e culturale italiano, nella nazione intesa come patria di ogni cittadino.

In parallelo alla pubblicazione del libro è nato un nuovo quotidiano online “Il Conservatore” (www.ilconservatore.com), ci cosa si tratta?

Il nostro obiettivo è quello di riscoprire il conservatorismo in Italia dando vita a un movimento culturale articolato in un progetto editoriale e non solo. Da alcune settimane sto facendo un tour promozionale in giro per l’Italia per promuovere il libro e la nascita de “Il Conservatore”, un nuovo quotidiano online di approfondimento politico-culturale nato con l’obiettivo di analizzare le principali notizie di attualità e non solo con una chiave di lettura conservatrice.

Le sezioni del sito, dove scrivono già una trentina di collaboratori, sono politica, esteri, attualità, Chiesa, idee. In parallelo agli aggiornamenti del quotidiano online, con l’attività delle case editrici Giubilei Regnani editore e Idrovolante edizioni, pubblichiamo novità e riscoperte di autori vicino al conservatorismo.

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