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Fiori di mango di Isabella Schiavone

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di Paquito Catanzaro

Novemiladuecentottantotto chilometri. Quelli che dividono Roma da Nairobi. Quelli che separano la quotidianità dalla ricerca del proprio io.
“Fiori di mango”, il nuovo libro di Isabella Schiavone edito da Lastarìa, non è soltanto un romanzo di formazione al passo coi tempi, è una storia che parla di sentimenti e della necessità di appigliarsi agli affetti per poter superare i difficili momenti della vita.
Nato quasi per caso, questo libro segue le vicende di Stella, aspirante scrittrice che decide di lasciarsi alle spalle il recente passato concedendosi un momento di pausa a più di novemila chilometri dalla propria quotidianità. Un passo necessario per ritrovare la serenità, ma innanzitutto se stessa. «Credo che allontanarsi dalla nostra comfort zone» dichiara l’autrice «ci arricchisca sempre. Spezzare la routine ci aiuta a considerare le cose sotto un’altra prospettiva, a guardare l’invisibile, a metterci in gioco, a darci altre possibilità di crescita. Allontanarsi dalle abitudini non può che essere salutare per fare un punto con noi stessi e proseguire».
Una storia che attinge pure dalle sanguinose pagine della Storia, quella di un Kenya nel quale la guerra civile è una drammatica realtà. Cronaca e narrazione si mescolano molto bene tra le pagine di un romanzo che fa del linguaggio – diretto e senza fronzoli – un punto di forza. Quanto è stato difficile, ma nel contempo stimolante, inserire questo momento di no fiction novel all’interno della narrazione? «Essendo una giornalista» prosegue la Schiavone «la descrizione dell’attentato è stata piuttosto asciutta e si è basata sulla descrizione delle immagini. Caratteristiche, queste, del mio lavoro».
Stella, Gloria e Lorenzo – i tre protagonisti – cercano di ritrovare se stessi anche attraverso la mindfulness. Che importanza ha questa disciplina? «La meditazione è uno dei tanti strumenti per stare nel “qui e ora”, praticare e coltivare stati d’animo salutari, che aiutano non solo l’individuo ma l’intera società. Se stiamo bene noi e siamo centrati, porteremo caratteristiche salutari nel nostro rapporto con gli altri. Aiutando indirettamente anche loro a stare meglio. È un circuito virtuoso di pace e amore».
Cosa si aspetta Isabella Schiavone da questo libro? «Che faccia riflettere e rappresenti per qualcuno un aiuto o l’inizio di qualcosa di positivo».

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