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Lo Zibaldone - Recensioni

Fausto Rampazzo: “La coreografia del dubbio”

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Fausto Rampazzo è uno scrittore romano. Pubblica il romanzo “Don Giovanni Light” (Bompiani, 2009), i racconti in ebook “Brindisi al fiume Kura” (Atlantis – Lite Editions, 2012), “Solo peccati veniali” (Atlantis – Lite Editions, 2013) e “Monotonia” (Lite Editions, 2013), la raccolta di racconti “Inclinazione all’indecenza” (Bre Edizioni, 2012) e il romanzo “La coreografia del dubbio” (L’Infernale Edizioni, 2019).

 

 

«Ci presenti il tuo nuovo romanzo La coreografia del dubbio?».

È la storia di un uomo che punta molto in alto. Sente il traguardo vicino, sente di poterci arrivare, di esserne all’altezza, ma dentro di sé serba ancora il dubbio di non esserne degno, di non appartenere per lignaggio alla sfera superiore cui aspira. La storia di un uomo in cerca di riscatto dalle proprie origini piccolo borghesi, che forse ancora lo privano del cinismo necessario a entrare nel circolo magico del vero potere, e nel suo percorso si imbatte in un giornalista idealista e testardo (il vero Antonio russo che nel 2000 fu trovato morto durante le sue corrispondenze sulla guerra in Cecenia per conto di Radio Radicale), che lo destabilizza e che tanto gli ricorda la figlia adolescente, una ragazza ribelle, dolce e aggressiva, che sta per cacciarsi nei guai.

 

«Quali sono tre buoni motivi per i quali è importante leggere la tua opera?».

Intanto per lo stile letterario e il montaggio. Quattro voci distinte, quattro personaggi che intrecciano le proprie vicende personali e le legano a quelle della grande storia. Due generazioni non molto diverse, tormentate dal dubbio di non essere all’altezza, di non riuscire, di lottare per niente.

Un secondo motivo lo indicherei nella commistione tra fiction e realtà, nell’intreccio della storia del protagonista con quella delle ultime fasi della vita di Antonio Russo, la cui figura e la cui tragica fine simboleggiano in modo esemplare il crollo delle ideologie culminato alla fine del secondo millennio.

Per ultimo, voglio ricordare Moravia, il quale assegnava alla letteratura il compito di una grande consolazione. Io la vedo un po’ più costruttiva. Sono convinto che un certo tipo di letteratura rappresenti un potente strumento, tra i tanti a disposizione, utile a farci progredire nel nostro percorso di arricchimento. E credo, e spero, che il mio romanzo appartenga a tale genere.

 

«Il romanzo La coreografia del dubbio è raccontato attraverso quattro diversi punti di vista, quelli di Michele, Antonio, Nicole e Davide. Qual è il personaggio che più hai amato caratterizzare, e qual è invece quello che senti più vicino a te?».

Posso sicuramente considerare Michele, il protagonista, il più vicino a me. Un personaggio che ho faticato a riconoscere, identificare, attraverso un lento lavoro di sottrazione.

Per il resto, più che l’intreccio, proprio la caratterizzazione e l’introspezione psicologica sono gli aspetti della scrittura verso cui mi sento più naturalmente portato. Tutti i miei personaggi, ciascuno per motivi diversi, sono sempre oggetto della mia dedizione molto “amorevole”.

 

«La coreografia del dubbio è un’opera che mescola finzione e realtà. Vi è infatti il racconto degli ultimi giorni di vita del reporter free lance Antonio Russo, impegnato come corrispondente per Radio Radicale durante il conflitto in Cecenia. Come hai gestito l’organizzazione di questa parte storica e politica del romanzo? A quali fonti hai attinto?».

Mi sono imbattuto in Antonio Russo forse per caso, forse no, cercando un personaggio da contrapporre al protagonista e, come dicevo, mi è sembrato talmente emblematico e giusto per la mia storia, da scegliere di utilizzare proprio lui piuttosto che creare una figura a lui ispirata. Per quanto riguarda la caratterizzazione, non avendolo conosciuto di persona l’ho reinterpretato, basandomi su tutto quello che di lui sono riuscito a recuperare ma anche sulla mia sensibilità, sulla mia intuizione. Per le fasi salienti della sua fine mi sono invece attenuto strettamente alla cronaca e alle sue corrispondenze, riprese dagli archivi di Radio Radicale e del Partito Radicale. Un lavoro piuttosto lungo e impegnativo, molto appagante.

 

«Quali sono le opere e gli autori che ti hanno influenzato maggiormente?».

Andando all’osso, traccerei un linea che unisce Dostoevskij, Moravia, Capote e la letteratura americana degli anni 80, con una particolare fascinazione verso il primo Bret Easton Ellis.

 

«Sono trascorsi ben dieci anni tra il tuo primo romanzo pubblicato da Bompiani, Don Giovanni Light, e La coreografia del dubbio. Quali sono stati i motivi di questa lunga attesa?».

Sempre sintetizzando al massimo: la presunzione che bastasse aver pubblicato il primo romanzo per Bompiani per avere assicurata la carriera di scrittore. E forse per qualcuno può anche essere più o meno andata in questo modo, ma non per me. In ogni caso, la stesura del romanzo che ho pubblicato per Infernale Edizioni è di sicuro molto più buona di quella che pure era stata vagliata dal mio editor di allora, Sergio Claudio Perroni, verso cui continuo a nutrire stima e molta riconoscenza.

 

«Ci racconti più nel dettaglio di cosa tratta la tua opera d’esordio Don Giovanni Light?».

È la storia di un uomo sposato che tesse una tela molto intricata per sedurre una ragazza che abita nel suo quartiere. Un uomo che vive di seduzione e per la seduzione come unico vero piacere, spaventato dal vuoto che una possibile interruzione dell’atto di sedurre possa generare nella sua vita, in una continua ricerca della soddisfazione come unica soddisfazione. Un seduttore di oggi, un adulto ancora bambino, un bambino troppo presto adulto, privo della forza romantica e sovversiva del suo celebre progenitore ma altrettanto nocivo nei confronti della preda designata. Appunto, un Don Giovanni in versione light.

Sono molto legato a questo romanzo, peraltro ancora disponibile in versione digitale. Perché è stato il mio esordio, naturalmente, ma anche perché è un romanzo sperimentale e lo considero unico nel suo genere. Molto visionario, è narrato in una prima persona onnisciente che rimanda alle indiscusse potenzialità del protagonista, con l’uso di una doppia voce bambino-adulto per meglio esprimerne gli istinti infantili trattenuti e le più mature debolezze. Un romanzo sulla seduzione e sulla manipolazione come forze caratterizzanti del nostro tempo.

 

Titolo: La coreografia del dubbio

Autore: Fausto Rampazzo

Genere: Noir psicologico

Casa Editrice: L’Infernale Edizioni

Pagine: 195

Prezzo: 15,60 €

Codice ISBN: 978-1694491558

 

 

Contatti

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http://linfernale.altervista.org/

https://www.amazon.it/Coreografia-del-dubbio-Fausto-Rampazzo/dp/1694491552

 

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