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Lo Zibaldone

Enrico Fermi e la Pila Atomica

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di Aldo Onorati

 

Alcuni libri conquistano la curiosità già alla lettura del titolo. Questo libro scritto da Nicola Pacilio e curato da Armando Guidoni (direttore editoriale di “Controluce e autore di premiati testi scientifici nonché poeta tradotto or ora in Romania), al di là del nome di Enrico Fermi, protagonista del libro e una delle figure più carismatiche della scienza moderna, cela in sé il tema “…e la Pila Atomica” che, sin dalle prime pagine, si intreccia con la biografia umana e scientifica del protagonista. Si tratta di una sorta di “cronaca” della realizzazione, a Chicago, del primo reattore nucleare a uranio (la Pila di Fermi) seguita poi dalla leadership scientifica del Progetto Manhattan ovvero quel progetto di ricerca e sviluppo che, nel corso della seconda guerra mondiale, condusse alla sperimentazione e costruzione delle bombe atomiche sganciate in Giappone negli scampoli finali del conflitto mondiale.

Gli avanzamenti delle esperienze nella vita del giovane Fermi sono, quindi, descritti “in parallelo” agli avanzamenti scientifici, legati alla realizzazione della Pila Atomica e poi della bomba atomica, che iniziarono il 2 dicembre 1942 sulla spinta del governo americano per dare vita – dopo 957 giorni – all’era nucleare.

Questo meccanismo risulta molto utile per descrivere l’uomo e lo scienziato che «ha dato un impressionante contributo a tutta la fisica del Novecento attraverso le sue geniali intuizioni teoriche» contribuendo in maniera determinante a “plasmare e sperimentare” la fisica delle particelle e separarlo dall’uomo che ha guidato il Progetto Manhattan. Sì, Fermi ha navigato in un paradosso: uno scienziato che ha mirato sempre a creare conoscenza e che, purtroppo, ha contribuito alla realizzazione di uno strumento destinato a distruggere.

Nel 1938, subito dopo aver ricevuto il premio Nobel, Enrico Fermi colse l’occasione per lasciare l’Italia e trasferirsi negli Stati Uniti poiché le leggi razziali promulgate dal regime fascista stavano per abbattersi sulla moglie Laura che era di origini ebraiche.

L’importante incarico didattico che ricevette negli USA si trasformò, poi, in un incarico di guerra.

Il libro riporta numerose citazioni dei suoi collaboratori e di sua moglie, dalle quali emerge un Enrico Fermi dotato di carisma e intuizione scientifica legata a una rigorosa disciplina di studio; ma anche un uomo caratterizzato da un carattere socievole e ironico e da una folgorante carica divulgativa associata a una capacità organizzativa fuori dal comune.

Il corredo al libro di numerose immagini d’epoca aiuta il lettore a “entrare” nel racconto: un racconto affascinante, fruibile da tutti e scientificamente inappuntabile: l’insieme di queste caratteristiche è qualità rara.

Armando Guidoni conclude la sua introduzione con queste parole:

Non voglio qui esprimere un astratto umanitarismo, ma credo fermamente che il danno – in numero di vittime, oltre che materiale – del gesto deve essere comunque associato all’immenso danno etico che quelle azioni hanno espresso nella storia dell’umanità.

 

Nicola Pacilio

Enrico Fermi e la Pila Atomica

a cura di Armando Guidoni

Ed. Controluce, marzo 2021

  1. 136, euro 14,00

 

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