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Elio Pecora, L’avventura di restare

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di Gordiano Lupi

Elio Pecora (Sant’Arsenico, Salerno) è nato nel 1936, proprio come mia madre, vive a Roma e ha pubblicato di tutto – racconti, romanzi, raccolte di poesie, saggi, testi teatrali, aforismi, racconti lirici – ma quando si arriva a un’età che si sente prossima la dipartita viene naturale tentare di salvare il meglio del corpus poetico, le cose che si ritengono importanti, da non dimenticare. Non è facile separare il grano dalla crusca per il direttore di Poeti e poesia, soprattutto perché di crusca ce n’è proprio poca in un’eccellente produzione ultratrentennale. Venti libri di poesia dal 1970 in poi, da La chiave di vetro a Nell’aria del mattino (2019), che ne L’avventura di restare (titolo preso da un verso bellissimo) vengono antologizzati insieme a un corposo numero di inediti, scritti tra il 2019 e il 2020, indicati con il termine musicale di Accordature. Solo un editore come Crocetti – adesso Gruppo Feltrinelli – poteva avere l’intuizione di pubblicare questo libro prezioso che come tutta la buona poesia è una lettura di nicchia, per amanti della lirica, dal mio punto di vista indispensabile. Elio Pecora – come scrive la curatrice Daniela Marchesani in una colta prefazione – è autore legato al mondo classico che vive la modernità seguendo la lezione di Euripide e dei poeti latini, legge con avidità Leopardi, Saba, Ungaretti e Montale. Non vi attendete sperimentalismi, ma versi eleganti e forbiti che trasudano cultura e padronanza tecnica – un lavoro certosino di scavo sulla parola e di scelta lessicale -, più vicini a Pascoli e D’Annunzio che alle avanguardie novecentesche. Pecora conosce la musica (è un buon tenore), i suoi versi sono  intrisi di musicalità naturale, immagini che compongono una sinfonia di parole, che siano sotto forma di poemetto come di componimento breve, prosa poetica, racconto lirico, favola, mito, apologo. Siamo di fronte a un poeta che segue forme classiche cercando di renderle moderne, senza restare ancorato in modo sterile al passato, usando in funzione contemporanea il settenario, l’ottonario, il novenario, persino l’endecasillabo. I suoi versi sono intrisi di un ritmo armonico, una metrica composta da parole chiare e piane, di facile comprensione, per esprimere concetti universali. La poesia di Pecora è totale disincanto, racconta l’orrore dell’esistenza, non dimenticando la gioia di vivere e quella che lui chiama – con felice intuizione – l’avventura di restare, nonostante le sofferenze. Il poeta va incontro alla vita, felice di abitare il suo tempo fatto di pene e di allegria, raccontare tutto questo è sempre stato il suo tema, la cifra stilistica di un’opera compiuta e da non dimenticare. Il libro (230 pagine per 16 euro) è diviso in sezioni che portano i titoli delle vecchie raccolte dalle quali sono state scelte le poesie da salvare: Narciso in pensiero (1970), Motivetto (1978), Interludio (1987), Luoghi, Elegie, Figure e dediche, Nove poesie per la madre, Sedici poesie del non amore, Recinto d’amore, Per altre misure (2001), Favole dal giardino (2004), Simmetrie (2008), L’occhio corto, In margine (2011), Accordature (inediti).

Tra gli inediti ho scelto di valorizzare Tramonto a Ostia, l’ultima lirica scritta, il 2 settembre 2020, dedicata a un imprecisato Alberto.

Il sole scende,
scompare
nello sfolgorio delle acque:
i verdi, gli azzurri, i viola.
Sulla battigia
due ombre a lanciarsi una palla
che intaglia l’aria, la ferma.
Avanzano
neri cavalli nell’ora che abbuia.
Quale nascosta regia!

Torniamo ebbri,
stupiti
dell’immensa festa.
Non valgono parole
in questo restare.
Solo il dono
ulteriore
di questo tornare.

Bellissima, nostalgica, intensa, non servono commenti, basta abbandonarsi alla musicalità delle immagini, calarsi nell’atmosfera d’un magico tramonto sulla spiaggia di Ostia descritto con pennellate liriche raffinate e suggestive. Non è da meno Nostalgia, scritta a Roma il 6 dicembre 2019, un’altra lirica inedita da segnalare in un corpus poetico di grande valore letterario.

È un mare senza sponde la memoria
se di continuo ti salgono incontro
altre facce, altre tracce, una voce,
solo un cenno, uno sguardo. Dove
tutto questo s’accorda? Mai cercato,
fuggevolmente visto, cancellato.

Ed ecco farsi avanti il ragazzo
che un mattino di agosto, sulla spiaggia
di un paese lontano, ti sorrise:
torna per dire che era lui l’amore,
bastava ricambiare quel sorriso.
Ha gli occhi azzurri e la zazzera d’oro.

Così la nostalgia sta nel tornare
dove non sei mai stato
se non ti sei fermato, e di là cominciare.
(Ha tradito sé stessa la memoria
se stavolta ha inventato. Ci fu mai
quel sorriso, e quell’azzurro, e l’oro?

Piccole cose, piccoli ricordi, che compongono la vita, ci si cala nella nostalgia del non vissuto immedesimandosi nei versi, nella situazione descritta dal poeta, pensando di aver frequentato quel mare senza sponde che è la memoria, continuando a ripetere dentro di noi quel verso stupendo: forse la nostalgia sta nel tornare / dove non sei mai stato … e convincersi che è proprio vero, la memoria spesso tradisce se stessa.

 

Elio Pecora
L’avventura di restare
Crocetti Editore – pag. 260 – euro 16
https://www.ibs.it/avventura-di-restare-poesie-1970-libro-elio-pecora/e/9788883063961

 

 

 

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