Dibattiti
Elba Book 2022, a scuola di meraviglia
di GISELLA BLANCO
Cos’è il re-incanto? Perché è così necessario, oggi, nell’età del disincanto, recuperare lo stupore che esso genera? Quali strategie sono possibili per tornare a sentirci sorpresi?
A queste domande ha cercato di dare una risposta la tavola rotonda che si è svolta mercoledì 20 luglio tra Loredana Lipperini, Marco Belli, Wu Ming 1 e Mariano Tomatis, a conclusione della seconda giornata di Elba Book Festival.
Per Wu Ming 1, il disincanto è il frutto malato della società capitalistica che, in nome di una falsa razionalità, ha ridotto l’esistente a merce, a risorsa economicamente quantificabile (compresa la vita stessa). L’uomo contemporaneo, infatti, si ritrova costretto a vivere in un continuo presente che esclude modelli alternativi di percezione ed elaborazione della realtà.
Lipperini, invece, ha riflettuto sulla condizione umana presente che registra un fenomeno di arretramento rispetto alle conquiste sociali e politiche degli anni ‘60 e ’70, iniziato negli anni 80 e già pronosticato con lungimiranza da autori e intellettuali come Margaret Atwood, Ray Bradbury e Valerio Evangelisti. Tra le gravi conseguenze di questa retrocessione socioculturale, una fra tutte preoccupa coloro che non rinunciano a uno sguardo d’insieme sulla vita privata e collettiva: gli individui, oggi, si ritrovano prigionieri in bolle di autoreferenzialità all’interno delle quali non riescono più a vedere l’altro. La possibilità di un’alternativa, invece, esiste, come ha dimostrato Mariano Tomatis con i suoi brillanti esercizi di “magia” e le sue storie visionarie – eppure tutte vere – che sono raccolte nel suo ultimo libro.
Dove trovare uno spazio alternativo per recuperare l’incanto, la meraviglia e lo stupore, e riuscire a opporsi alle strategie dei falsi incanti, funzionali alla conservazione di modelli unici e assolutizzanti di rappresentazione del reale?
La risposta, per Wu Ming 1, può essere solo collettiva: si può attingere soltanto a serbatoi con un potenziale di divergenza come l’arte, la bellezza e la letteratura. Quest’ultima può esercitare una notevole forza di attrito contro l’assuefazione all’abitudine, perché ci fa vivere esperienze vicarie e sollecita il senso critico, consentendo di indossare i panni dell’altro, di comprenderne i punti di vista e di valutarne le ragioni, facilitando il dialogo e disinnescando le potenziali conflittualità che insidiano e caratterizzano quest’epoca così complessa.
A patto, però, che la letteratura, com’è stato sostenuto da Lipperini, torni a essere una finestra aperta sul mondo e sappia sfidare i modelli narrativi, tipici dei social, che promuovono la ripetizione e l’ostentazione automatizzata dell’immagine che, spesso, risulta priva di un contenuto non solo estetizzante. L’incontro si è concluso con la convinzione diffusa che proprio la letteratura, quindi, necessiti di sganciarsi dalle dinamiche dell’acritica riproduzione (ben lontana dalla mimesis artistica) di una realtà ego referenziata, e si conceda il lusso di tornare a meravigliare, a meravigliarsi e a rallentare il tempo che, oggi, scorre con tempi inumani.
L’incanto AI RAGAZZI
Giovedì 21 luglio, durante la terza giornata di Elba Book Festival, gli studenti dell’ISIS “Raffaello Foresi” di Portoferraio hanno dialogato con Loredana Lipperini, coordinati da Francesca Bartocci. Il libro Nome non ha. Cercando la Sibilla di Loredana Lipperini (con illustrazioni di Elisa Seitzinger, Hacca 2021), ha fatto da guida al laboratorio di scrittura creativa che, quest’anno, Elba Book Festival ha voluto portare avanti con i ragazzi dell’istituto Foresi, tra cui Ilaria, Irene, Lorenzo e Matteo che hanno dedicato molte ore al progetto.
I temi trattati, non a caso classici ma di costante attualità, sono stati la meraviglia, i legami che si creano tra le persone e i luoghi, l’importanza dei miti, e il potere creativo e didattico delle storie e della scrittura. A partire dallo scorso gennaio, questi ragazzi sono stati coinvolti nell’ideazione di racconti fantastici ambientati all’Elba, partendo dalle leggende dell’isola. Si è trattato di un modo per avvicinarli ancora di più alla lettura e alla scrittura, nonché anche al proprio territorio. Sul sito dell’Elba Book Festival, nella sezione del blog Scherzi del ferro, è possibile consultare tale materiale.
Elba Book ha molto a cuore questo progetto che, oltretutto, ha dato modo di parlare agli studenti di cosa sia il lavoro editoriale e di cosa implichi l’organizzazione di un festival culturale. Un evento culturale, infatti, è solo un punto di partenza: l’auspicio – che è anche un obiettivo – è quello che si possa continuare a essere presenti sul territorio, anche al di là delle giornate del festival, affinché idee, progetti e creatività non siano limitati a periodi circoscritti ma facciano parte delle abitudini quotidiane delle generazioni più giovani.
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