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Eco e Tabucchi nei quarant’anni di Lire.
La rivista francese Lire compie 40 anni e lo fa ricordando quello che per ciascun anno è stato ritenuto dalla redazione il miglior libro. Una panoramica interessante degli ultimi quarant’anni di pubblicazioni (1975 – 2014) in cui trovano posto anche due autori italiani. Nel 1982, infatti, Lire riteneva “Il nome della Rosa” (Le Nom de la rose) di Umberto Eco il miglior libro dell’anno mentre nel 2004 il podio andava ad Antonio Tabucchi per “Tristano muore” (Tristano meurt). Tra gli altri vincitori, troviamo Amèlie Nothomb nel 1995 per Les Catilinaires, nel 1999 Paul Auster per Moon Palace, Michel Houllebec per Les Particules élémentaires (1998) e Philip Roth per La Tache (2002).
Nell’ultimo numero della rivista francese, non sono solo Eco e Tabucchi ad apparire, ma il testimone del mese, ossia l’autore a cui la rivista ha dato la parola in questo numero, è il giornalista italiano Giampaolo Musumeci autore, insieme ad Andrea Di Nicola, di “Le confessioni di un trafficante di uomini” (ed. Chiarelettere).
Sono passati 40anni dall’uscita del primo numero di Lire e la redazione si domanda quale e come sarà il panorama editoriale nel 2055, ossia tra 40 anni. A rispondere tre autori: Bernard Werber, Pierre Bordage e Cécile Coulon. Per l’autrice di “Il re non ha sonno” (ed. Keller) lr risposte sono tutte un “può essere”. “Può essere che tra quarant’anni – dichiara – non si parlerà più di Libro con la L maiuscola, ma di libri con la I maiuscola (lei dice livres con la S maniuscola). Può essere che non esisterà più un mondo dell’editoria […]. Oppure può essere che i libri saranno ancora sui tavoli dei librai e lo saranno ancora quarant’anni dopo perché le librerie non sono un luogo dove acquistare dei libri, ma dove scoprirli prima di acquistarli”.
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