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Dante implicato e il falso ritornante − Dialogo tra eruditi d’Oltretomba
di Gordiano Lupi
Come coronamento di un lavoro appassionato, l’autore, Gianfranco Fallica, scrive quest’Opera, esponendo in forma saggistica i contenuti del suo studio sul Sommo Poeta e la Commedia; traendo spunto da essi, in seguito, riporta il dialogo tra gli umanisti Pietro Bembo e Tito Vespasiano Strozzi. Nello specifico, vorrei porre il focus sull’introduzione, per l’importanza che l’autore conferisce al lettore, nominandolo spesso; l’impresa ardua per ogni autore è proprio quella di riuscire a tenere incollato alla pagina il destinatario in queste primissime fasi della narrazione, e questa tecnica persuasiva, a mio avviso, è lungimirante.
Tra gli obiettivi dell’autore, dunque, vi è senz’altro la volontà di mantenere sempre viva la partecipazione del lettore, ma non uno qualunque: uno che sia in grado di attualizzare il significato dell’elaborato e collabori alla realizzazione del senso e del valore intrinseco dell’Opera. Una frase mi ha particolarmente colpita:
“[…] questione di un Uomo che pensando di se stesso come di un problema non si sente più a casa su questa terra, né ha certezze stabili sulla sua vita”.
È un testo originale nello stile e negli aspetti formali e, nonostante la lettura impegnata, Fallica offre una visione alternativa della concezione dantesca, anche con lo scopo di arricchire il bagaglio culturale del lettore moderno. In particolare, viene affrontata una tematica importante: il senso di perdita, di vuoto, straniamento, di smarrimento. Tutte problematiche che comunemente affliggono l’uomo odierno. Il viaggio è il leitmotiv di tutta l’Opera… fino alla fine: “Dove mi porti, viaggio, verso la guarigione? Da me stesso o da che altro male? […]”
Non si tratta solo di un mero saggio, l’autore si spinge molto più in là: desidera che il lettore intraprenda un viaggio spirituale, alla ricerca di se stesso, dopo un lungo cammino e un duro lavoro su di sé. In questo modo, il destinatario riuscirà a percepire la storia di Dante non solo come allegorica, ma anche e soprattutto umana. Quest’Opera, perciò, è una risorsa inestimabile per capire il modo in cui potremmo rapportarci con il nostro “io” più profondo.
Interessante, inoltre, il paragone tra Ulisse e Dante: entrambi, nel loro viaggio, sono mossi dalla ricerca della verità. Per Dante, la verità coincide con la contemplazione di Dio; per Ulisse, con l’esplorazione del mondo. Del resto, nei secoli, Dante ha ispirato non solo poeti, ma anche pittori, musicisti, coreografi, registi cinematografici, e continuerà a essere emblema di bellezza e creatività. Sarà sempre attuale.
Con lo scorrere della lettura, emergono idee e concetti originali, frutto di una buona elaborazione personale. Si evince altresì una completa padronanza dei contenuti proposti, assolutamente pertinenti, coerenti, efficaci e significativi. Le scelte linguistiche sono appropriate e ben ponderate, che definiscono, fin dalle prime pagine, lo stile dell’autore: a tratti, abbastanza complesso, ma non di difficile interpretazione. Il lessico è ricco di dettagli, caratterizzato da una terminologia che spesso si discosta dal linguaggio comune. Difatti, le parole scelte e alcuni costrutti sintattici non sono eccessivamente complessi, ma allo stesso tempo non scadono mai nell’informale o nel colloquiale.
Gianfranco Fallica
Dante implicato e il falso ritornante − Dialogo tra eruditi d’Oltretomba
Editore: BastogiLibri
Genere: Saggio
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2022
https://www.mondadoristore.it/Dante-implicato-falso-Gianfranco-Fallica/eai978885501142/

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