Teatro
Dante era un rapper?
Per correr miglior acque alza le vele: è l’inizio del I Canto del Purgatorio e il titolo dello spettacolo allestito dal Laboratorio Integrato Piero Gabrielli di Roma e trasmesso in streaming lo scorso lunedì 7 giugno.
Energia, vitalità, movimento, danza, musica, versi, prosa, brani stile rapper, una misteriosa serie di scale appese sul fondale: elementi e temi che hanno contribuito all’originalità della pièce che conclude il ciclo di laboratori condotto, da marzo a giugno, dal Laboratorio Piero Gabrielli in undici scuole superiori di Roma e del Lazio, dedicato al Purgatorio dantesco.
La recitazione è affidata a una compagnia teatrale speciale: ragazze e ragazzi che hanno preso parte al progetto integrando lo studio in classe della Commedia con l’espressione artistica, esplorandone i temi universali e il loro legame con l’attualità. L’iniziativa fa parte del programma Dante a memoria con cui il Teatro di Roma si è unito agli eventi: un percorso per riscoprire l’opera del poeta attraverso il linguaggio artistico e soprattutto il dialogo con le giovani generazioni.
La cantica “di mezzo” è il punto di partenza del viaggio didattico-artistico per una riflessione trasversale sui grandi temi legati ai vizi capitali e ai nuovi vizi come omologazione e intolleranza, mettendo in discussione anche l’utilizzo di parole come comunicazione, social, fake news, infopatia, rabbia, ricorrenti nel linguaggio comune della collettività.
Il percorso artistico dei ragazzi è stato curato da Roberto Baldassari – che già conosciamo per i progetti dell’Associazione Dieghesis –, Jessica Bertagni, Teresa Campus, Simonetta Graziano, Lorenzo Parrotto e Tiziana Scrocca, il coordinamento artistico da Roberto Gandini, il supporto da Maria Irene Sarti (consulente specialistica) e Anna Leo (consulente pedagogica).
Ecco i link per conoscere iniziative e progetti, alzare le vele e lasciarsi coinvolgere…
https://www.laboratoriogabrielli.it/#
https://www.facebook.com/hashtag/danteamemoria

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