Lo Zibaldone
Da dove ripartire per tornare a vincere
Il libro di Paolo Gentiloni “La Sfida impopulista – Da dove ripartire per tornare a vincere” di 272 pagine, edito da Rizzoli libri, si concentra non tanto sui danni inferti all’Italia dal nuovo governo, ma piuttosto di raccontare l’importanza e la fatica del buongoverno. E soprattutto di indicare, rileggendo la nostra esperienza, le sue difficoltà e le sue drammatiche sconfitte, la strada di un’alternativa che il Pd deve mettere in campo già nelle prossime elezioni europee. Un’alternativa vincente, perché impopulista.
E parla degli anni del (buon)governo e una dura sconfitta elettorale. Del voto di marzo non si possono dare spiegazioni tradizionali. Se fosse semplicemente una delle tante elezioni perse in questi decenni, si tratterebbe di rimboccarsi le maniche, scegliere la leadership del Pd e dare battaglia in attesa della crisi dell’attuale maggioranza. Le ragioni della sconfitta del partito di Renzi, sono invece molto poco ordinarie. E minimizzarle sarebbe suicida. Non abbiamo capito per tempo le dimensioni dell’onda populista che in questi anni ha investito molti Paesi occidentali. E non avendone capito la natura, ci siamo anche illusi di poterla cavalcare. Secondo l’autore di questo libro, si è cercato molto il referendum del 4 dicembre 2016 che si pensava fosse un trampolino di lancio, ed invece si è rivelato piuttosto una trappola. Egli incalza affermando che abbiamo scherzato su Salvini novello Haider, ma l’onda ha poi travolto conservatori e laburisti facendo vincere Brexit. E nonostante Obama, sia riuscito a prevalere sulla corazzata Hillary Clinton, con la vittoria di Trump tre settimane prima del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 Perso il referendum, del 4 dicembre 2016 con la conseguenza traumatica delle dimissioni di Renzi e il cambio di governo, divenne il nuovo capo dell’esecuto e si trovò a gestire una situazione socio politica ed economica difficile. La grande crisi di dieci anni fa ha capovolto il punto di vista di masse di cittadini occidentali: la globalizzazione non è un pranzo di gala, o meglio lo è solo per le élite, e forse per le classi medie in Asia e America Latina. Non per la parte più fragile delle classi medie americane ed europee. E nelle ore del tramonto del mito della crescita ininterrotta, ecco affacciarsi la nuova paura. La globalizzazione non solo non assicura benessere ma minaccia le nostre identità, assediate dalle migrazioni. E quale direzione migliore, per difendere queste identità, che non volgersi all’indietro? Così si forma il terreno sul quale fiorisce un’offerta politica inedita, il nazional populismo. Nulla a che fare con destra e sinistra del secolo scorso.
A livello economico, la crescita serve per avere qualità della vita, più benessere, più salute, più lavoro, più dignità. E per fare questo ci vuole tempo, perché la crescita continui e cominci ad avere effetti positivi per le nostre famiglie. Ancora non siamo arrivati a ottenere i risultati di cui c’è bisogno. Di questo dobbiamo essere consapevoli: abbiamo fatto tanta strada, ma ne manca una parte fondamentale. Se non la diciamo così, le persone ci guardano come matti. Nessuno può mangiarselo, il Pil. Quindi dobbiamo saper trasformare i dati positivi della crescita in lavoro, sostenibilità ambientale, sostegno alle persone in difficoltà.
PAOLO GENTILONI
LA SFIDA IMPOPOLARE
Da dove ripartire per tornare a vincere
Rizzoli, 2018
PAGG. 272, Euro 19,50
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