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Poesia

Cuori a Kabul

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di Gisella Blanco

L’era della modernità, della tecnologia, delle nuove consapevolezze scientifiche e del progresso epistemologico ha palesato una caratteristica del tutto inattesa: l’incertezza esistenziale. Così Susanna Camusso introduce l’antologia “Cuori a Kabul – Poesie per l’Afghanistan”, curata da Pietro Fratta e pubblicata da Graphe.it. La pandemia, la tragicità dell’impotenza dell’uomo davanti alla malattia e alla morte, la necessità di trovare nella scienza e nella filosofia le risposte a quesiti che hanno messo in crisi perfino le religioni, e lo hanno fatto a livello planetario, hanno ingenerato l’esternazione delle reazioni più parossistiche da parte dell’umanità. Scrive Camusso: “Si è reagito con i toni e le parole della guerra: di fronte alla necessità di cura, si sono pronunciate parole belliche, distanze che dovevano essere fisiche sono declamate come sociali, dispositivi sanitari descritti come munizioni”. In questo clima di tensione mondiale, in cui le differenze economiche e sociali tra le popolazioni hanno influito in modo evidente sulla possibilità di accedere alle risorse sanitarie, un’altra pagina durissima della storia si scrive con il sangue: la “guerra persa” dell’Afghanistan, delle afgane e degli afgani lasciati da soli a soggiacere a regimi in cui l’organo della democrazia, male trapiantato da un Occidente egotico, è stato brutalmente rigettato dal corpo del potere locale. Pietro Fratta, che si è occupato della selezione e della curatela dei testi presenti nell’antologia, apre la sua prefazione con una domanda dilaniante: “La poesia è ancora capace di pronunciare parole di pace?”. E continua: “La poesia emerge dal silenzio con la speranza di comporre parte di quel piccolo mattoncino; lo fa sollevando una voce corale che racconta lo sdegno, la paura, la speranza, la compassione”. Ventidue autori, tra cui chi scrive, alcuni già affermati ed altri esordienti, hanno aderito a questo progetto dedicato al popolo afgano, a Gino Strada (fondatore di Emergency), a Cecilia Sala (giornalista corrispondente dall’Afghanistan) e alla piccola Ghazal, la prima bimba nata in Italia da fuggitivi afgani. Il ricavato delle vendite andrà ad Emergency, presente in Afghanistan dal 1999. Stefano Bidetti, Emanuela Botti, Isabella Braggion, Fabrizio Cavallaro, Agnese Coppola, Clarissa Costanzo, Tommaso Fiscaletti, Cettina Garigali, Simona Magagnin, Chiara Lev Mazzetti, Eleonora Molisani, Monia Moroni, Claudia Muscolino, Veronica Paladini, Mirella Parisi, Selene Pascasi, Francesca Pizzo, Miriam Maria Santucci, Emma Saponaro, Giuseppe Traina, Asia Vaudo e la sottoscritta ci siamo idealmente riuniti per impiegare la parola poetica e il linguaggio lirico in una missione di pace universalmente condivisibile. “Si fan corridoi/fatti di umani” chiosa Mazzetti in un verso che dilania la coscienza e si unisce al grido di Molisani che scrive “Per le altre io mi faccio/sacerdotessa della parola”, poiché “Le ho viste, le vedo, le conosco/so di quei tremori sotto la stoffa”, come afferma Cavallaro all’inizio dei suoi versi. “Cuori a Kabul”, attraverso la sensibile operazione di raccolta di Fratta, non è solo una vasta crestomazia di singole voci poetiche: è un coro che si innalza, con la grazia del verso, sopra le barriere linguistiche e sociali per edificare un nuovo umanesimo capace di superare qualsiasi regionalismo etico, religioso e culturale.

£Cuori a Kabul – Poesie per l’Afghanistan”,

a cura di Pietro Fratta,

Graphe.it edizioni, 2021

 

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