Lo Zibaldone
Contributi per lo studio della gioia e del dolore
di Gordiano Lupi
Originale sin dalla copertina questa raccolta di poesia di Serena Cacchioli, che sfoggia un titolo evocativo nascosto tra cancellature in rosso, mentre il nome dell’autrice è scritto in bianco su sfondo nero. Idea editoriale insolita quanto apprezzabile, così come condividiamo la scelta di pubblicare un’opera complessa e colta, forbita ed elegante, attenta non solo alle cose che dice, ma soprattutto a come le dice. Poesia d’amore, la più complessa da scrivere perché piena di trabocchetti e di semplificazioni che l’autrice evita con eleganza, grazie alla sua esperienza da traduttrice e al suo dottorato di ricerca in letterature comparate all’Università di Lisbona. Contributi per lo studio della gioia e del dolore è un’opera selezionata da Master Book, edita da una casa editrice diretta dalla figlia di un grande scrittore a me caro come Luciano Bianciardi, quasi mio conterraneo, maremmano fino al midollo, innamorato della sua Kansas City grossetana. ExCogita nasce per dare spazio a chi non ne ha, come altri editori di progetto, per dare una possibilità ad autori meritevoli di farsi conoscere, soprattutto in campi come la poesia e la narrativa classica, dove è piuttosto complesso trovare spazio. La poesia di Cacchioli si caratterizza per una scelta lessicale forbita, per immagini e metafore ricercate, per eleganza nella forma e per indirizzare il suo verso sempre in direzione complessa, rifuggendo facili semplificazioni. La raccolta è divisa in sezioni, la prima è intitolata Corpus ed è l’essenza più profonda del libro, seguono Extra – Vagantes, ispirata a opere di Anna Achmatova, Patrizia Cavalli, Adilia Lopes e Jenny Joseph, ed Excursus che ci porta a vagare per le strade di Lisbona.
Per capire cosa intendiamo per vera poesia e accurata ricerca formale, basta leggere alcune liriche di Serena Cacchioli, che non necessitano forbite spiegazioni quanto una disponibilità all’ascolto e a lasciarsi cullare dalla musica delle parole.
Il giorno dopo averti conosciuto
tornai a casa con cinque
poesie stropicciate in tasca.
Ma c’era troppa luce sul parapetto
e freddo di burrasca
per buttarmi o buttarle
direttamente in acqua.
Ora vorrei minuti liberi per coricarmi
in quei versi azzurri tutti incentrati
sulla stupida fine degli amori e degli esseri
bipedi e implumi che siamo.
Poteva essere premonitore il mio
versificare di quel giorno, quando
ancora non mi avevi calpestato tutte
le stanze dell’anima, quando
ancora non ci eravamo seduti sotto a
una primavera insieme, già sapevo.
Anche oggi so.
Leggevo nel tuo occhio
sbieco un nuggio d’amore
nero, leggevo il tuo umore ruvido e
già vedevo
le spalle che mi voltavi, le porte che
mi chiudevi e le risposte che muto
hai taciuto.
E ancora, tra amore, disamore e vita quotidiana, la poesia delle piccole cose, scandita da metafore azzeccate e intense come camicie inamidate d’insipienza e manti d’inezie.
Non vorrei un’altra persona
a diserbare il mio cuore.
Vorrei invece restare
arenata nella mia pazienza:
dispiegare, stirare, questa camicia
inamidata d’insipienza.
Passare le giornate tra le poste e le spezie
fare la fila, distribuire sorrisi
preparare cene, rifare il letto,
nascondere sotto un manto d’inezie
la mia languida crisi.
Se amate la poesia cercate questo piccolo libro e leggetelo più volte, fino a catturare il senso profondo di ogni più piccola frase. Non ve ne pentirete.
Serena Cacchioli
Contributi per lo studio della gioia e del dolore
Excogita – Euro 13 – pag. 70

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