Saggi
Il naso corto: una rilettura delle avventure di Pinocchio
La favola di Pinocchio ha avuto vita difficile. Scritta a puntate tra il mese di luglio 1881 e gennaio del 1883 nel Giornale per i bambini, s’interrompe improvvisamente con l’annuncio dell’autore, per diventare poi un libro, definito negli anni a venire un capolavoro inimitabile. In realtà, la storia del burattino è piaciuta subito per l’insegnamento severo che traspariva dalle sue pagine, fino a convincerci che diventare un bambino perbene fosse l’unico scopo da realizzare. Non era questo l’intento di Collodi, però .
Oggi mi sento dire di frequente che la storia di Pinocchio è triste, terribile, fa paura… ma forse non viene letto con attenzione “tra le righe”.
Daniela Marcheschi nel suo breve saggio “Il naso corto” suggerisce una rilettura del famoso burattino, contrastando il conformismo degli anni in cui è nata la favola e aprendo uno spiraglio di sarcasmo e di ironia nella penna di Collodi: il perbenismo di quegli anni mostrava una società che tradiva “le responsabilità civili, culturali e politiche.”. Ecco perché nella storia di Pinocchio partecipano tanti personaggi che il burattino deve imparare a riconoscere: il terribile Mangiafoco si rivela un buon uomo che si commuove davanti a Pinocchio, le viscide conversazioni del Gatto e la Volpe mostrano la falsità e l’ipocrisia di tante persone, l’amore per Geppetto infonde la volontà di cambiamento e il Tonno saggio, aiutato da Pinocchio ad uscire dalla balena, ricambia il favore salvando il babbo. Le stesse bugie gli sono necessarie per correre libero, e quando Pinocchio si sostituisce al cane Melampo a far da guardia alle galline, nasconde al padrone l’errato comportamento del fidato cane di prima, che si metteva d’accordo con le faine nello spartire il ghiotto bottino.
Le prove che deve sostenere Pinocchio non sono per diventare un “ragazzino perbene”, ma per imparare a conoscere il mondo. La storia del burattino non finisce quando diventa un bambino vero: quello è solo l’inizio.
“Pinocchio insegna che è il cammino della vita a valere sempre e comunque la fatica. Che si compiono alcuni capitali passi, ma il resto della strada è sempre tutta da fare.”, perché diventare persone perbene significa affermare il bisogno di autonomia, all’insegna della giustizia e della conoscenza della libertà.
Daniela Marcheschi
Il naso corto
Edb, 2016
pp.82, Euro 8,00
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