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Fumetti

Claudio Nizzi, una vita per i fumetti

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Tex, Mister No e Nick Raider con la Bonelli, Larry Yuma, Capitan Erik, Rosco & Sonny sulle pagine del Giornalino, i classici della letteratura rivisitati per l’editore Allagalla (vedi box in fondo pagina): tutto questo, e tantissimo altro, è Claudio Nizzi, uno dei più grandi sceneggiatori del fumetto italiano.

Scavando nel baule dei ricordi di una carriera lunga sessant’anni, qual è il fumetto cui si sente indissolubilmente legato?

Non mi è facile rispondere. Proprio perché ho avuto tanti figli di carta (ormai diventati nipoti) non so scegliere. Potrei dire Larry Yuma, disegnato da Carlo Boscarato, per le molte soddisfazioni che mi ha dato; o la serie di Nico e Pepo, disegnata sempre da Boscarato, che ebbero vita breve e forse sono tra i pochi a ricordare; o Capitan Erik; e certamente Tex, che continua a tenermi ancora oggi compagnia. Insomma uno solo non c’è, e poi non vorrei fare torto agli altri.

 

Quali sono invece i fumetti di altri autori che ha amato di più?

Tra gli italiani nell’ordine: la Storia del West di Gino D’Antoio, grande artista e grande amico di cui sento ancora la mancanza; Ken Parker, in particolare gli albi del primo periodo (e segnatamente quelli disegnati da Ivo Milazzo), quando gli autori erano ancora pieni di sacro ardore e non ancora caduti nella routine, come è quasi fatale che avvenga per seria di lunga durata; Dylan Dog, solo le storie scritte da Tiziano Sclavi, che è riuscito a farmi apprezzare l’horror (ma solo il suo, grondante di ironia) che non avevo mai amato. Tra gli stranieri: L’Uomo Mascherato, che leggevo da ragazzo; Paperino di Carl Barks, che non ho mai smesso né mai smetterò di leggere; Torpedo, di Jordi Bernet, col quale ho avuto il piacere e l’onore di realizzare un Texone. Ma ne ho certamente dimenticati altri, spero che mi perdonino (i personaggi, non gli autori).

 

I Miserabili, L’isola del tesoro, Piccole donne; sono tanti i classici con cui si è cimentato. Ce n’è un altro su cui le piacerebbe lavorare?

Forse Le avventure di Huckleberry, di Mark Twain, ma anche qui la scelta è difficile.

 

Il fumetto è passato da letteratura di serie B agli attuali graphic novel intellettuali. Secondo lei era meglio essere fumettista negli anni Settanta o oggi?

Oggi c’è più varietà, ci sono fumetti per tutti i gusti, anche se con tirature molto più basse di quelli degli anni Settanta… I graphic novel c’erano anche allora, solo che non si chiamavano così. Cos’erano, se non dei graphic novel, le storie di Tex, di Zagor, Mister No, eccetera. La novità di oggi sono i graphic novel intellettuali: ovvero l’arrivo della noia anche in un campo dove la noia dovrebbe essere evitata come la peste.

 

È più difficile sceneggiare una storia o disegnarla?

Altra risposta difficile, che riuscirà forzatamente rozza. In apparenza, è più difficile disegnarla. Per disegnarla occorre del talento naturale e un po’ di studio alle spalle (non molto). Per scrivere una sceneggiatura, oltre al talento, occorre avere alle spalle molte più letture e un magazzino dell’immaginario molto più fecondo.

Una giornata tipica di lavoro: qual è il modus operandi di Claudio Nizzi?

Quando il peso di Tex gravava tutto sulle mie spalle mi imponevo di fare l’orario d’ufficio, pur lavorando a casa mia. Dovevo scrivere le sceneggiature per una dozzina di disegnatori (oggi sono molti di più, con l’avvento dei Texoni, dei Maxi, dei Mini, ecc., ma sono di più anche gli sceneggiatori) con l’impegno tassativo di non lasciarli mai senza una tavola da disegnare. Facevo dei soggetti molto dettagliati, poi mandavo avanti 10-12 sceneggiature contemporaneamente, scrivendo lotti di 50, 60, 100 tavole che fornivano a un disegnatore materia prima per diversi mesi. Abbandonavo una storia oggi a pagina 80 e la riprendevo molti mesi dopo. Guai se non avessi avuto dei soggetti dettagliati: la ripresa di una storia – il dover ricucire tutti i fili della trama – sarebbe stata molto più faticosa. Insomma, una catena di montaggio. Oggi, che ho ripreso a scrivere Tex dopo alcuni anni di abbandono, scrivo solo storie complete. Me lo posso permettere perché a tirare il carro ci sono altri, Mauro Boselli in testa, che è anche curatore della serie. Vantaggi dell’essere in pensione.

 

Ha qualche consiglio da dare agli aspiranti sceneggiatori in tempo di coronavirus?

Di restare in casa il più possibile per schivare gli assembramenti, ma anche per fare le tre cose indispensabili per diventare uno sceneggiatore: leggere, leggere, leggere. E leggere roba buona.

(Filippo Di Girolamo)

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Allagalla tra passato presente e futuro

 

Allagalla entra a far parte della casa editrice Graphot nel 2018 e prosegue il suo percorso di ripubblicazione dei fumetti originariamente usciti a puntate sul Giornalino e su altre riviste per ragazzi negli anni Settanta e Ottanta. Propone le storie senza tempo che hanno appassionato più generazioni di lettori e che spesso non sono state pubblicate in volume e sono quindi di difficile reperibilità. Gli albi Allagalla recuperano questo patrimonio curandone l’edizione a partire dalle tavole originali, per riproporle nel modo più autentico e completo e corredandole sempre da ampio materiale che permette di approfondire e contestualizzare il fumetto. Il catalogo della casa editrice presenta anche opere saggistiche che ricostruiscono l’evoluzione del fumetto italiano, oltre a libri-intervista e antologie ragionate.

 

La collana Biblioteca Allagalla si arricchisce ogni anno di un nuovo classico a firma Claudio Nizzi, a partire da I Miserabili, passando attraverso storie avventurose come L’Isola del tesoro e l’Isola misteriosa, seguiti da I promessi sposi, per approdare alla letteratura americana con Le avventure di Tom Sawyer e alla recente pubblicazione di Piccole donne.

La strenna dell’anno scorso, 53 storie brevi, è un corposo volume che presenta la raccolta completa delle storie di Claudio Nizzi senza un personaggio fisso. Ne scaturisce un’antologia che contiene svariati generi di ambientazione e di tratto, con una carrellata di disegnatori tra i più importanti del panorama italiano, del calibro di Renato Polese, Sante D’Amico, Sergio Zaniboni.

Caratteristica distintiva del lavoro di Allagalla è la stretta collaborazione con Claudio Nizzi: il lavoro più impegnativo della casa editrice è stato la pubblicazione in dieci volumi delle storie di Larry Yuma, con cui lo sceneggiatore si è fatto conoscere e che lo ha condotto a scrivere le storie di Tex per la Bonelli. Nel 2020 è anche uscita per la prima volta in volume la serie completa del Tenente Marlo, un poliziesco di situazioni e atmosfere caratterizzato da una certa crudezza, ispirato a Ed McBain ma anche al Maigret di George Simenon e al Philip Marlowe di Raymond Chandler.

 

Le prossime uscite ci portano in luoghi e tempi lontani insieme a protagonisti originali e molto amati.

Con Swea. Principessa di Sole viene pubblicata per la prima volta in volume la saga completa dell’avventurosa eroina western creata per Corrier Boy nel 1976 da Raffaele d’Argenzio e disegnata da Nadir Quinto. Swea è la guerriera a capo della tribù indiana dei Mohawk, bionda, sexy e letale, combatte per la giustizia e si oppone ai misfatti dei bianchi, anche grazie ai suoi poteri paranormali.

Leo & Aliseo, scritta e disegnata da Stefano Voltolini, è stata per venticinque anni una delle serie più amate dai lettori del Giornalino. Il mondo in cui si muovono i due protagonisti, insieme allo strano volatile Crack e alla dama guerriera Cleofante, è infarcito di superstizioni, leggende, dei e demoni. La realtà storica del dodicesimo secolo, con le sue tipologie costruttive, i costumi e i modelli sociali, si mescola a elementi fantastici. Tra cavalieri e gesta eroiche, tornei e briganti, donzelle da salvare e viaggi oltre il conosciuto, la serie si sviluppa sull’incontro di due curiosità: l’indagine paleo-scientifica dell’anziano sapiente Aliseo e il desiderio entusiastico di conoscere, connaturato all’età, del giovane Leo.

 

I progetti per il futuro sono tanti: nel corso dell’anno è prevista la pubblicazione di un volume sulla vita di Ulisse, che prende spunto da varie opere, in primis l’Iliade e l’Odissea, a cui seguiranno Le avventure di Oliver Twist. E i classici si arricchiranno di opere sceneggiate da altre penne: La banconota da un milione di sterline di Tiziano Sclavi con Mario Rossi e le storie di Padre Brown di Renata Gelardini con Lino Landolfi.

Inoltre, se finora tutte le tavole originali sono state riproposte in bianco e nero, quest’anno con la pubblicazione di Piccolo Dente inizierà una nuova avventura a colori.

www.allagalla.it

 

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