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Città che legge
di Paquito Catanzaro
Città che legge. Anzi, città che leggono.
È online l’elenco – stilato da Il Centro per il libro e la lettura in collaborazione con l’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani – dei comuni che hanno ottenuto la qualifica “Città che legge” per il biennio 2020/2021. Qualifica assegnata alle amministrazioni comunali impegnate a svolgere, con continuità, politiche pubbliche di promozione della lettura sul proprio territorio.
Sfogliando gli elenchi e facendo qualche addizione i dati appaiono piuttosto avvilenti: 858 i comuni che hanno ottenuto la qualifica a fronte dei 7982 dislocati lungo il belpaese. In pratica poco più del 10%.
Un risultato piuttosto scoraggiante per una nazione che, nonostante una produzione letteraria in costante crescita, resta tra i fanalini di coda in Europa per numero di lettori.
Tornando agli elenchi balza all’occhio il comune di Giugliano in Campania, unica città – tra i 38 comuni con più di centomila abitanti – a non essere capoluogo di provincia.
Settantatre, invece, i comuni tra i cinquanta e i centomila abitanti a ottenere la qualifica mentre sono 258 i comuni – nei quali si legge – compresi tra i quindicimila e i cinquantamila.
A quanto pare l’iniziativa ha attecchito maggiormente nelle piccole realtà: ai 181 comuni fino a cinquemila abitanti, si aggiungono i 308 nelle realtà tra i cinquemila e i quindicimila.
Attraverso la qualifica di “Città che legge” s’intende riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale delle comunità urbane attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.
L’augurio, senza dubbio, è che tra gli effetti del lockdown – durante il quale il libro è stato l’oggetto più acquistato attraverso le piattaforme di e-commerce – vi sia la nascita di nuovi “focolai di lettura” coi quali, in futuro, provare a rimpolpare questi elenchi.
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