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Chicken Production: il dialetto, la musica, la poesia

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“Umbre de muri, muri de mainé, dunde ne vegni, duve l’è ch’ané?
(Creuza De Ma’, Fabrizio De Andrè)”

a cura di Filippo Di Girolamo

Alla fine poi, Mai stai ai post’ ndo’ vuless’ sta davvero”: così recita una delle canzoni più belle di Calamai, nuovo quarto album della Chicken Production. Forse perché tutto scorre, tutto cambia. Eppure, tutto torna sempre a casa, e il posto giusto è proprio questo.  Così, sei anni dopo il precedente Mezzi Marinai, una pandemia di mezzo, quando magari dei dubbi ci assalgono e ci si guarda allo specchio per capire quale sia la strada giusta da seguire, la Chicken decide di rispondere e (soprattutto) rispondersi in una sola maniera: suonando e registrando di nuovo insieme. Le intenzioni sono chiare sin dal primo brano che ascolto, Sentinelle Di Stelle: che questo poi sono loro – Daniele, Antonio, Giovanni, Emilio e Giovanni – cinque amici, stretti e uniti come fili invisibili nelle sere d’estate. Perché in fondo in tutto questo tempo, non hanno fatto altro che sognare e farci sognare, cantando, nel nostro amato dialetto terracinese, dell’innocenza perduta, dell’amicizia, dell’amore, del tempo che passa, oppure no. E mentre guardo il mare e penso a Corto Maltese, in un attimo mi ritrovo in Senza Mai Durmì: e mi cullo, mi immedesimo, mi commuovo per una canzone che odora di nuvole, di onde, di sale, delle cose che non cambiano, delle ore di sonno perdute –  ma quando si ama davvero non conta. Noi siamo gente di mare, che cerca sempre il sole, e il ritmo in levare: è il tempo di tornare per le strade, giù in quel quartiere che tutti sappiamo, La Marina. Impossibile star fermi, è il cuore di Terracina che balla, ricordandoci il luogo dei nostri nonni, uomini pescatori; ed era un luogo così diverso da adesso, che abbiamo il dovere di preservare. Perché in fondo, cosa siamo senza radici? Il brano è impreziosito dall’intervento dei Mellow Mood, band capitanata dai gemelli Jacopo e Lorenzo Garzia. Gente che fa colazione con pane e reggae, tanto per capirci. Nemmeno il tempo di respirare, di riascoltare Mai Stai, che parte a trecento all’ora Nen di na parola, brano che vede la collaborazione di quell’altro fenomeno che si agita e strappa lungo i bordi, e che risponde al nome di Giancane: non solo, l’artista romano si è occupato anche della masterizzazione dell’album. E non posso dire niente nemmeno io: un pezzo che spacca,  ti trascina in una spirale che vorresti durasse per sempre, come una notte con la propria donna, come un amore che nasce al riparo da tutti. Ma tante sono le collaborazioni su questo album della definitiva maturità: dal sassofonista nostrano Gianmarco Ferracci fino al poliedrico Guglielmo Nodari. E allora arriviamo così ad un altro dei brani che più mi ha emozionato, I surris dell’utema vota. Una canzone da crooner coast to coast, dal respiro ampio, un viaggio in musica e parole, impreziosita dal violino di Andrea Ruggiero. Un brano sul significato delle relazioni, che ci invita ad accettare l’altro per quello che è; che la vita è imperfetta e breve, e certe situazioni rimarranno le stesse, per sempre, nonostante tutto.  Il passo è breve, e si giunge in un attimo a Il prossimo pezzo: un brano di un solo minuto e cinquantasette, ma che colpisce, dedicato agli ultimi, a chi arranca ai margini, a chi non si arrende. E’ tempo però di agitarsi nuovamente, infilandoci la Giacca, una storia di provincia qualunque, che ha le fattezze di una ragazza  nel fiore del suo crescere: che dalle scuole medie ti ritrovi in un attimo adulta, e pensi preoccupata a cosa hai realizzato, a cosa sarà – ma poi davvero importa?  Perché poi lei, come la Chicken o come me, sa che alla fine, qualunque cosa succeda, potrà sempre dire Stong’ Acca’: ed è dolce-amaro questo brano scritto durante il lockdown, quando pensare ad un concerto poteva solo essere un miraggio agognato, come una donna amata eppure lontana. E mi viene da sorridere quando ascolto l’ultimo pezzo, Aria Nova: una canzone che sa di speranza e che mi fa scrivere, emozionato, queste parole: bentornata cara, vecchia, nuova Chicken!

Calamai

Chicken Production

(Daniele Senesi, Antonio Cicci, Giovanni Capozio, Emilio Di Manno, Giovanni D’Onofrio)

L’album in formato CD è disponibile dal 30 Giugno  a Terracina presso lo Stabilimento  Balneare Bahia e Cantina Portanova.  Consigliato l’ascolto in cuffia.

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