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Chernobyl, 33 anni dopo tra libri e serie TV
26 aprile 1986. Ore 1.23 e 45 secondi. Il reattore nucleare RBMK n.4 della Centrale Elettronucleare di Chernobyl, in Ucraina, esplode. Le cause: gravissime violazioni dei protocolli di sicurezza ed un’erronea progettazione del sistema.
Sono passati 33 anni. Pripyat, la “città dei fiori” a poca distanza dalla Centrale intitolata a Lenin, è ancora oggi zona d’esclusione, un loculo fantasma e interdetto dove il tempo scorre lentamente.
L’esplosione termica del reattore causò lo scoperchiamento del nocciolo di combustibile e un tremendo incendio di grafite radioattiva, che rese inabitabili ampie zone nei pressi della Centrale a causa dell’elevatissimo fall-out atomico.
Quella di Chernobyl non è solamente la cronaca di un incidente che cambiò il mondo; si eleva anche a storia di eroismo e abnegazione. Poiché i 600.000 “liquidatori” (cioè gli addetti alla bonifica) salvarono il mondo da un disastro nucleare letale e – quasi – eterno. Furono infatti loro, consci del pericolo e con poche radioprotezioni, a rimuovere le macerie radioattive dai tetti e dai cortili della Centrale; furono loro a decontaminare immense zone forestali dell’Ucraina e della Bielorussia; furono loro a costruire il Sarcofago (oggi rimpiazzato con una struttura più moderna), una “tomba” di cemento per proteggere la Terra intera dal pericolo delle radiazioni ionizzanti sprigionate dal combustibile nucleare fuso. Migliaia tra essi morirono, per rendere questo servizio all’Umanità intera.
La memoria del più grave disastro atomico di sempre per fortuna non si è affievolita; né mai sarà celata nell’oblio. Questo grazie alla serie TV “Chernobyl” di HBO, che ha recentemente sensibilizzato il grande pubblico sull’argomento; ma soprattutto grazie alla letteratura sviluppatasi negli anni sulla vicenda.
A voi lettori, avidi di atomici libri, proponiamo qualche lettura interessante sul disastro di Chernobyl.
– “Preghiera per Chernobyl” di Svetlana Aleksievič (Edizioni e/o Le Cicogne): il libro da cui gli sceneggiatori della serie televisiva americana hanno tratto la vicenda. E’ caratterizzato da una narrazione struggente, che analizza le voci di coloro che sono sopravvissuti; vi è anche una corposa introduzione sul rapporto tra uomo ed energia nucleare, sulle sue conseguenze. Da leggere assolutamente, anche solo per il racconto riguardante Ljudmila Ignatenko, moglie di uno dei vigili del fuoco morti a causa della dose radioattiva letale ricevuta nel spegnere l’incendio della Centrale.
– “Chernobyl: scatti dall’inferno” di Massimo Squillace (Infinito Edizioni): narrazione e fotografie riguardanti la zona d’esclusione, l’abbandono, la desolazione. Libro fotografico molto gradevole e consigliato.
– “Polvere” di Simone Fagioli (Settegiorni Editore): tomo dal taglio antropologico e storico; vi si raccontano storie di guerra antecedenti al disastro, luoghi segreti – ormai abbandonati – per radar ABM (anti-ballistic-missile). Pripyat e Chernobyl vengono analizzate come luoghi prima riconquistati e ora lasciati disabitati.
Giovanni Aiello

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