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Cacciatori di frodo candidato allo Strega
Il romanzo Cacciatori di frodo del critico e scrittore Alessandro Cinquegrani è candidato al Premio Strega 2013, uno dei principali riconoscimenti nell’ambiente letterario editoriale italiano. La notizia ufficiale è stata data via twitter dalla Fondazione Bellonci (@FondBellonci) venerdì 29 marzo verso mezzogiorno: “Pietro Gibellini e Enrico Castelnuovo candidano a #strega13 “Cacciatori di frodo” di Alessandro Cinquegrani @MiraggiEdizioni”.
Già finalista nel 2010 alla XIII edizione del Premio Italo Calvino, Cacciatori di frodo sta riscuotendo numerosi consensi di critica e lettori.
Gibellini, nel giudizio stilato per proporre la candidatura, descrive il romanzo come “un ininterrotto monologo interiore in cui, sullo sfondo di un moderno Nordest trasfigurato in surreale luogo di espiazione, risuonano echi biblici e richiami espliciti alla poesia di Leopardi e al cinema di Antonioni”; l’italianista evidenzia ancora la presenza della “circolarità ossessiva dei pensieri del narratore-protagonista”. Castelnuovo, definendo il romanzo “breve e denso” e di “alto livello letterario e singolare qualità”, sottolinea che “intrecciando eventi biblici a personaggi del mito, in un accavallarsi di formule linguistiche ripetute parossisticamente, l’autore riesce magistralmente a controllare, a dominare e far crescere questa storia di una discesa agli inferi”.
Il libro. Tutte le mattine prima dell’alba, una donna esce dalla casa cantoniera giù al fiume, percorre dodici chilometri di un binario morto e si sdraia subito dopo la curva troppo stretta, aspettando il treno «che le faccia rotolare la testa giù dall’argine e nel fiume». Tutte le mattine, un uomo percorre quegli stessi dodici chilometri per riportare a casa la moglie, sdraiata sui binari subito dopo la curva troppo stretta. Nella sua mente si attorcigliano i fantasmi di un tempo andato, la famiglia, un figlio, un fratello. La vita e la morte, la colpa e l’espiazione. E lungo il fiume, cacciatori di frodo si nascondono: il paesaggio attraversato da Augusto è una tetra parentesi, quasi indifferente, che racchiude una tragedia familiare dai toni biblici, gli echi del Piave, le ombre del miracolo economico del Nord-est e una nuova resistenza. La storia di una dannazione, una corsa a perdifiato verso l’inferno, o forse un vademecum su come diventare cacciatori di frodo, clandestini del pensiero nell’epoca della banalità.
L’autore. Alessandro Cinquegrani (Treviso, 1974) è ricercatore di Letteratura comparata all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha pubblicato i volumi di critica letteraria La partita a scacchi con Dio (il Poligrafo 2002, Premio Gesualdo Bufalino), Solitudine di Umberto Saba (Marsilio 2007, Premio Promozione Ricerca del Cnr), Letteratura e cinema (La Scuola 2009, Menzione Speciale al Premio Internazionale Efebo d’Oro). Svolge attività di critico cinematografico per importanti riviste nazionali. Cacciatori di frodo, finalista al Premio Calvino, è il suo primo romanzo.
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