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BIBLIOTECHE, UN TESORO A RISCHIO DI VITA
di Loredana Simonetti
Nel mio piccolo balcone avevo preso l’abitudine di spargere sulla soglia del parapetto una manciata di semini al giorno, perché questa è la stagione in cui i passeretti hanno messo su famiglia e un po’ di becchino aiuta a crescere i loro piccoli. Ho scoperto, navigando in rete, che la riproduzione del “passero d’Italia”, quell’uccellino che ci sveglia la mattina con il suo gradevole cinguettio, è diminuita del 30 % in dieci anni. La causa, forse, è dovuta alla mancanza d’insetti… forse… Contribuire alla loro alimentazione era un vero piacere, oltre al gusto di vederli zompettare cinguettando sul mio balcone. Per quindici giorni ho spiato da dietro la tenda le festose famigliole, imparando anche a distinguere i maschi dalle femmine e i piccolini ai primi voli. Finchè un fosco pomeriggio, si è affacciato un prepotente piccione, che con i suoi modi sgraziati e goffi, ha iniziato voracemente a ingurgitare i semi. A nulla è valso cacciare l’indesiderato ospite; trascorrevano pochi minuti e tornava a mangiare. I piccioni razzolano in terra tra la spazzatura, molti sono zoppi e volano male, pensavo che non avrebbero avuto la sfrontatezza di volare fino al terzo piano dove abito. Ho tentato nei giorni successivi di rimettere il becchime per i passeretti, ma ormai il cibo era diventato preda del piccione. Avrei voluto prenderlo a sassate, invece per evitare di far mangiare il piccione, che tanto nella spazzatura trova sempre di tutto, ho tagliato i viveri anche ai passeretti e questo mi fa molta rabbia.
Era il 18 settembre del 2013 quando il personale delle Biblioteche di Roma si mobilitò per chiedere aiuto al sindaco Marino, sul rischio chiusura di quindici biblioteche di Roma: ancora non era partita l’azione di Mafia-Capitale e i piccioni mangiavano alla grande!
Siamo alla fine di giugno del 2015 e nel frattempo alle biblioteche sono stati tagliati fondi e personale; quelli che hanno vinto il concorso nel 2014, dopo quattro anni di prove molto impegnative, ancora sono a spasso, quelli che vanno in pensione non vengono sostituiti. Si parla di personale ridotto allo stretto indispensabile e molte funzioni saranno affidate a squadre di volontari. Il taglio di bilancio nel 2015, rispetto al 2014, è di 3,1 mln di euro ed è previsto un ulteriore taglio di oltre 4 mln nel biennio 2016-2017 (votato dal Consiglio di Roma Capiatale il 27 marzo u.s.): il tesoro delle biblioteche di Roma sta per essere sommerso.
Non è sufficiente avere 2,4 mln di visite reali in un anno nelle biblioteche di Roma, – oltre il doppio delle frequentazioni presso l’Auditorium della Musica – non servono neanche gli utenti e il valore dei servizi, stimato per 9 mln di euro: la cosa più grave è che si rischia di affossare un servizio pubblico, gratuito, di qualità, desertificando la cultura.
Le biblioteche sono le seconde case dei bambini, dei ragazzi, degli anziani e anche di tantissimi studenti, non è un ripostiglio di libri e dvd ma un luogo dove si possono scambiare idee, confrontarsi, fare ricerche di gruppi. Le biblioteche sono anche un luogo che accoglie persone di culture diverse, offrendo loro la possibilità di integrarsi.
E’ la metafora del piccione: perché non possiamo difenderci da quelli che continuano a mangiare senza misura? Perché per far mangiare loro, si rischia la chiusura delle biblioteche? Che cosa ci guadagna una popolazione cui è ridotto il capitale sociale più importante, cioè la cultura gratuita?
Ho tanti sassi da tirare ai piccioni, ma vorrei essere ancora una volta fiduciosa che le parole che il nostro Presidente della Repubblica ha rivolto agli studenti, in occasione del Maggio dei Libri, non cadano nel vuoto.
“Il valore della cultura va sottolineato e sostenuto come parte essenziale della ricchezza, anche economica, di un Paese. È quello che si ama definire capitale sociale: la trasmissione, cioè, della cultura di un popolo attraverso le generazioni, base di ogni avanzamento sociale e del processo di innovazione.”.

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