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Poesia

Avvicinati e ascolta

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Su Charles Simic c’è poco da dire, è uno degli ultimi poeti con cui bisogna fare brevi passeggiate in silenzio, tra cenni di sorriso beffardo e il bisbiglio di una massima imprecisa e di dubbia provenienza. Nato nel 1938 a Belgrado, sin dall’adolescenza si è trasferito con la famiglia negli Stati Uniti, è stato nominato Poeta Laureato, ha vinto il Premio Pulitzer. Di recente, le edizioni Tlon, hanno avuto l’intelligenza di catturare la sua ultima raccolta, pubblicata nel 2019 da HarperCollins, e ora tradotta con merito da Damiano Abeni e Moira Ergan con il titolo Avvicinati e ascolta. In Italia è conosciuto grazie alle Edizioni Adelphi che hanno pubblicato la maggior parte delle sue opere, una delle più celebri è Il mostro ama il suo labirinto (2012), la sua cifra identificativa della forma – racconto è ormai riconoscibile, puntellata dai non detti sgusciati e dai retro pensieri che presuppongono un angolo di visuale allettante, figlio di un modernismo verso l’uscita. Molti concordano sul fatto che la sua poesia possa definirsi minimalista, in più bisognerebbe aggiungere anche l’elemento studiato della reticenza, una forma espressiva per timbrare con più efficacia il suo tono umbratile, ironico, in Bolle di sapone: «Hanno buttato giù tutto l’isolato fatiscente / di piccole botteghe mal illuminate / con le vetrine polverose / di braccialettini, anelli per il naso, / tarocchi e bastoncelli di incenso, / dove una volta ho visto un giovanotto / con la camicia bianca coperta di sangue / che soffiava bolle di sapone nell’aria, / la faccia imperturbabile e bella, / tranne quando gonfiava le guance». È la preposizione finale dell’ultimo verso che misura, come una scossa percepita durante il sonno, la grandezza di Simic.

Charles Simic

Avvicinati e ascolta

Edizioni Tlon, 2021

pp.184, Euro 15,20

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