Connect with us

Articoli

Auguri Mamme! Ecco 8 libri che vi festeggiano

Published

on

di Caterina Lucia

La Festa della Mamma è una giornata speciale, un giorno interamente dedicato alle mamme per celebrarle e circondarle di attenzioni più del solito. Il lontano 1908 vede la prima celebrazione di questa festa, l’ufficializzazione però si ebbe nel 1914 negli Stati Uniti dal presidente Woodrow Wilson, su delibera del Congresso e la data dei festeggiamenti fu stabilita nella seconda domenica di maggio. Alla celebrazione della festa fu associato anche un fiore simbolo: il garofano rosso per le madri in vita ed il garofano bianco per quelle che, invece, non c’erano più. In Italia dobbiamo aspettare il 1956 per le prime celebrazioni e il 1958 perché Raul Zaccariche la istituzionalizzi. Come accade con la maggior degli eventi, con il tempo questa festa è diventata anche un impegno di tipo sociale: vista la crescente presenza delle famiglie omogenitoriali, dette anche famiglie arcobaleno, si sente sempre più l’esigenza di una festa che celebrasse la totalità della famiglia e non la singolarità di un ruolo genitoriale.
La figura della madre ha ispirato scrittori e artisti di tutti i tempi con opere che hanno sempre il loro fascino e stupiscono anche dopo molte frequentazioni. L’arte in generale ha sempre tributato un ruolo centrale alla figura della mamma, così centrale che moltissimi artisti hanno provato a raccontarla, rappresentarla, musicarla infondendo nelle loro opere tutta la dolcezza, l’amore e la grandezza che il soggetto stesso ha ispirato loro. Madre incensata, madre odiata, madre protettrice, madre santa, madre omicida, madre sensuale e sessuale, è una presenza o assenza costante che traccia linee nel biografismo e nell’autobiografismo degli intellettuali. Raccontare come i poeti e gli scrittori hanno raccontato la “Madre” è praticamente impossibile. Troppi sono i romanzi, i racconti, gli, scritti che la vedono protagonista, dall’antichità – già nella letteratura e nel teatro greco e romano -, passando attraverso la letteratura medievale, moderna e contemporanea.
Massimo Recalcati ne Le Mani Della Madre (edito Feltrinelli) pone una nuova interpretazione della maternità di fronte alle difficoltà e ai cambiamenti di oggi. Volge lo sguardo alla madre, andando oltre i luoghi comuni, anche di matrice psicoanalitica, che ne hanno caratterizzato le rappresentazioni più canoniche. Attraverso esempi letterari, cinematografici, biblici e clinici, questo libro racconta i volti diversi della maternità mettendo l’accento sulle sue luci e le sue ombre.
«Il segreto delle madri è la capacità misteriosa di diventare un posto che accoglie tutto quello che succede nel cammino, di tenere insieme quel che insieme non sta. Di ricordare daccapo, ogni volta, da dove passa la vita e perché», scrive la giornalista e scrittice Concita De Gregorio. Nel libro Una Madre lo sa (edito da Einaudi) racconta venti storie di maternità che scaldano il cuore. Venti vicende vere per scoprire quanti siano i modi di essere madre, o di non esserlo affatto. Di quante ombre sia pieno l’amore perfetto, quello tra madri e figli, e di quante risorse inattese. Quante strade esistano per accogliere quello che viene, quello che c’è. Un libro commovente e sincero che fa arrabbiare e sorridere. E che ognuno di noi dovrebbe leggere. Perché dalle donne passa la vita di tutti, sempre. Dalla pancia, dalla testa, dalle mani e dai ricordi. E una madre tutto questo lo sa.
Con estrema eleganza, Valentina Furlanetto, racconta nel suo libro Si Fa Presto A Dire Madre (Melampo) storie stonate e maldestre talvolta, ma sincere. Madri perfette solo in apparenza e madri tutte sbagliate capaci di sensibilità nascoste. Madri che scelgono di crescere i figli di altre e madri che di bambini non ne volevano sapere. Madri con mariti violenti e madri i cui mariti si sono scoperti femmine. Madri che ai figli sopravvivono e madri che ne aspettano il ritorno. E figli che crescono nella pancia o che rimangono solo nella testa.
La madre che Kim Edwards descrive ne La Madre Perfetta (Garzanti) è giovane, bionda, alta e veste immacolati colori pastello. Una volta era una cattiva ragazza, adesso è una madre perfetta. Ha sacrificato tutto per amore di Nichola, sua figlia. La figlia del peccato, di una vita dissoluta, che lei, anni prima, madre giovanissima, ha deciso di tenere nonostante tutto. E che adesso mostra con orgoglio alle manifestazioni antiabortiste di cui è diventata portavoce. Ma nulla è come sembra, e dietro quella facciata si nasconde un terribile segreto, destinato a sconvolgere la vita di Nichola ormai sedicenne.
Grazia Deledda, scrittrice sarda, ha ottenuto il premio Nobel per la letteratura nel ’26 il suo La madre (Il Maestrale) è un romanzo di fede e di peccato, di prostrazione e letizia, di umori taciuti e passioni che irrompono incontrollate.
Scritto nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, Madre Coraggio e i suoi figli, uno dei capolavori di Bertolt Brecht, è una denuncia degli orrori delle guerre. Ambientato tra il 1624 e il 1636, durante la guerra dei trent’anni. Anna Fierling, madre di tre figli, cerca di guadagnarsi da vivere seguendo gli eserciti cattolici e protestanti, vendendo ai soldati merce di tutti i generi. La guerra gioca per Madre Coraggio il doppio ruolo di salvezza e distruzione.
Con Paula (Feltrinelli), Isabel Allende racconta la storia di una madre e sua figlia, due donne con due destini diversi: con la scrittura la madre-scrittrice cerca di “distrarre la morte”, cerca di trovare un senso a una tale insensata tragedia: grazie alla magia della parola evoca tutti i componenti della sua esuberante e bizzarra famiglia perché circondino Paula, superando i confini individuali di vita e di morte.
Alberto Moavia ne La Ciociara (Bompiani) spiega come una madre possa far passare in secondo piano l’amore, poichè ad essa il dolore e la preoccupazione non lasciano spazio. Cesira è una madre che cerca, nelle proprie possibilità, di salvare la purezza della figlia Rosetta, che si dispera nel constatare il proprio fallimento oppure gioisce del proprio successo.
Crescere per diventare cosa, per assomigliare a chi? Parole pregne di realismo devastante quelle di Elena Ferrante in La vita bugiarda degli adulti (Edizioni E/O). Anche stavolta, a parlare è una giovane napoletana, ed è ancora una volta una figlia che ha le sue buone ragioni per repellere i genitori. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata.
Una madre comprende anche le parole non dette. E se sbaglia lo fa solo per amore. E’ la depositaria dei valori familiari, il tramite di vite lontane, l’unica certezza confortante che può vincere l’inquietudine angosciosa che spesso ci attanaglia.

Continue Reading
Click to comment

You must be logged in to post a comment Login

Leave a Reply

Copyright © 2020 Leggere:tutti