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Articoli Liberi: una nuova rivista letteraria che non teme l’ignoto. Intervista a Franco Malanima

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di Luisa Campedelli

Su Internazionale di questa settimana, c’è una pagina interamente dedicata a una rivista “di culture e letterature” il cui hashtag, #ioleggoarticoliliberi, è davvero non convenzionale. Articoli Liberi è un trimestrale sia cartaceo sia digitale, pensato per quegli italiani sparsi nel mondo che cercano bella letteratura in lingua italiana. Emerge con forza la dimensione cosmopolita del progetto, che propone testi in traduzione da varie lingue oltre a inediti ed estratti di opere già note ai lettori italofoni e pubblicate da case editrici prestigiose. L’impianto grafico è sobrio, ricorda le riviste letterarie del passato, e mette in primo piano la parola nella sua forma, eleganza e trascendenza. La rivista è corredata di podcast, con letture, interviste e discorsi intorno ai libri, ed è “sostenuta unicamente dai lettori e distribuita senza intermediari”.

Ne ho parlato con il direttore editoriale, lo scrittore e traduttore napoletano Franco Malanima, in occasione del lancio del secondo numero, La cornucopia di primavera. Franco mi ha svelato i retroscena di questo bellissimo progetto e le scelte che sono alla base del prodotto editoriale, anticipando anche alcuni dei nomi che saranno ospitati nei prossimi numeri…

 

 

Direi di iniziare dall’idea che ha fatto vedere la luce alla rivista Articoli Liberi. Cosa ti ha spinto a prendere l’iniziativa?

 

Tutto è iniziato circa un anno fa, dopo la scomparsa di mia madre. Se lei non fosse morta, questa rivista non esisterebbe. Detto in questi termini, si potrebbe intendere che il sacrificio sia stato l’atto indispensabile alla genesi di una nuova realtà. In questo caso, però, morte e nascita sono legate tra loro in maniera diversa. Mia madre veniva a trovarmi in Francia un paio di volte l’anno, soprattutto dopo l’arrivo di mia figlia, e non c’era mai tempo sufficiente per approfondire questioni importanti, come il mio lavoro. Discutevamo spesso di quanto infruttuoso e sottovalutato fosse il lavoro di uno scrittore e lei era d’accordo con me su un punto essenziale, la coerenza. Questo mi ha dato la spinta a non rinunciare e ad accettare di fare la fame onestamente e con coraggio per perseguire il mio obiettivo. Lei aveva seguito la sua vocazione di medico senza mai tradirla. Bene, questo è l’insegnamento fondamentale che mi ha impartito e che ha illuminato la mia strada. Dopo aver appreso della sua malattia, abbiamo affrontato tutto ciò che era rimasto sospeso in tanti anni di lontananza. Mia madre era un’appassionata di poesia, ne leggeva e ne scriveva molte, ma in segreto. Non ce lo aveva mai detto. Solo dopo ho capito. È stata lei a darmi l’idea della rivista, come naturale compendio degli sforzi fatti e dei legami profondi che, proprio grazie alla mia attività letteraria, si sono andati consolidando nel tempo.

 

 

Qual è il significato del plurale in “culture e letterature”?

 

“Culture e letterature” è al plurale perché è l’unico modo in cui vedo possibile questa definizione. Dà ai lettori l’idea di un progetto aperto alle diversità e alla pluralità come forma di unicità, partendo dal presupposto che lo stile di ogni autore debba essere rispettato e non omologato. In questo spazio, ciò che ognuno ha di meglio da dare viene messo in risalto. Articoli Liberi esplora le letterature di vari Paesi con lo scopo di tradurle e diffonderle in lingua italiana.

 

 

C’è un modello di rivista esistente, una realtà consolidata che ti ha ispirato per la realizzazione del tuo progetto?

 

La mia speranza è che agli occhi dei lettori Articoli Liberi appaia come qualcosa di completamente diverso da tutto ciò a cui siamo abituati. Ho concepito questa rivista ispirandomi alle storiche riviste sudamericane, Sur, Número, Capítulo Universal: ho ancora delle copie ereditate dai miei nonni, emigrati in Venezuela nel dopoguerra.

Ci siamo ispirati anche a realtà come Orsai, dell’argentino Hernán Casciari, che ho incontrato personalmente a Buenos Aires due anni fa, ad un evento organizzato dal fotografo Adrián Mariotti, detto Luma, e mi ha aperto la mente riguardo al modo in cui si può concepire una rivista “rivoluzionaria”. La mia esperienza in Sudamerica in generale ha influito molto nelle scelte non solo grafiche e di linea, ma in vari ambiti di questo progetto. Il fatto di rivolgersi direttamente ai lettori senza passare attraverso alcun intermediario, per esempio, è tipico delle realtà editoriali americane.

 

 

 

Ha senso, oggi, leggere poesie e narrativa?

 

Io credo che in un’epoca in cui il sapere è delegato alle macchine, e ci sentiamo quasi di troppo se osiamo formulare un pensiero originale, leggere testi letterari sia un atto rivoluzionario. La poesia, il racconto, quella parola che fa male e poi lenisce, che spiazza e poi conforta, l’espressione letteraria in ogni sua declinazione, insomma, è rimasta forse l’unica forma di narrazione spontanea in un mondo che è sprofondato nell’assoluta incertezza. Leggere letteratura, oggi, significa libertà di scelta per quei temerari e coraggiosi sovversivi che disubbidiscono alle politiche anticulturali e alle logiche conformiste del pensiero dominante.

 

 

Quali sono i temi e gli approfondimenti che il lettore può incontrare nei testi che pubblicate?

 

Pubblichiamo racconti, poesie, articoli di argomenti letterari e interviste agli attori del panorama culturale, dai librai ai traduttori, e a chi ha qualcosa di interessante da raccontare. La rivista è divisa in sei sezioni: Storie, Tradimenti, Versi, Diversità, Dialoghi e Bernardina. Nella sezione Bernardina proponiamo testi di donne che hanno fatto la storia. La sezione Tradimenti, invece, è dedicata alle traduzioni di inediti dei precursori del pensiero femminista e alle traduzioni di classici e contemporanei. Tra gli altri, si sono di recente aggiunte alla nostra squadra anche Linda Del Sarto, traduttrice della Szymborska, e Marilena Rea, che traduce Marina Cvetaeva dal russo. Nella sezione Storie cerchiamo di ridare voce ad autori che sono, o sono stati, ignorati dalle grandi case editrici ma che hanno saputo esprimere le debolezze e le contraddizioni più latenti e sfacciate dell’animo umano. Alcuni di loro sono perfetti sconosciuti di cui sappiamo soltanto il nome, e questo ci basta. Prediligiamo testi unici e inclassificabili, privi di quelle etichette di genere utili forse per trovare un testo sugli scaffali ma molto spesso limitative.

 

Come avviene la scelta degli autori da pubblicare? Accogliete senza pregiudizi gli esordienti e le nuove proposte?

 

Se il testo, a nostro parere, è di valore letterario, merita di essere pubblicato. Non ci importa del nome dell’autore. Per questo accanto a chi è già edito trova spazio chi è meno noto ma non per questo meno interessante. Nel cercare nuove voci, sto incontrando tantissime persone gentili e questo è un buon segno in tempi di robotizzazione. Agenti letterari di diversi Paesi ci stanno affidando i loro autori, poco o per nulla tradotti in Italia. La nostra pagina Autori e illustratori si sta arricchendo di penne e pennelli di altissimo livello. Nei prossimi numeri ci sarà un’autrice scozzese inedita in Italia, meravigliosa, carnale nelle descrizioni ed evocativa nella scelta lessicale; poi, autori sudamericani, come l’argentino Fernando Sorrentino, che ha lavorato al fianco di Borges e Bioy Casares; scrittori russi, tradotti dalla nostra Debora Vitulano; e due poeti ucraini, pubblicati qui, che tradurrò io stesso dal francese.

Per proporre un testo, si può inviare a contact@articoliliberi.com senza presentazioni chilometriche, né cv letterari. Due righe di saluto sono sufficienti. Ciò che ci interessa è l’allegato.

 

 

Il progetto grafico è molto interessante e originale, si nota l’estrema cura delle copertine e delle illustrazioni interne.

 

Mi occupo in prima persona dell’impaginazione e della creazione delle copertine, in collaborazione con artisti di fama internazionale. Il nostro logo è la gattina Odette, disegnata per noi da Fernando Cobelo. Per le illustrazioni in copertina abbiamo stretto un accordo con l’artista irlandese Kelly Wilder: le sue donne a metà strada tra il vintage e il pop hanno dato un volto riconoscibile e originale ad Articoli Liberi. Il font del titolo di ogni numero lo decidiamo a seconda delle linee del disegno, mentre la parte superiore, con l’intestazione e il logo, è fissa. Le illustrazioni interne saranno realizzate ogni volta da artisti diversi. Nel primo numero abbiamo usato alcuni disegni del pittore Alessandro Bellucco. Nel numero appena uscito, invece, ci sono i dipinti di Olivier Cardin, un artista parigino che ho incontrato per caso, essendosi trasferito con la famiglia a due passi da casa mia. Vorremmo fare anche un numero con fotografie in bianco e nero.

 

 

Veniamo alla distribuzione e alla promozione editoriale. Quali sono le vostre strategie di mercato?

 

La distribuzione classica costa troppo e solo le grosse case editrici ne traggono vantaggio. Non trovo giusto pagare fino al 60% sul prezzo di copertina a qualcuno che non metterà la rivista sugli scaffali delle librerie ma la renderà disponibile solo su ordinazione. È come non esserci. Un’altra ragione, la più importante, è che Articoli Liberi non si rivolge solo agli italiani che risiedono in Italia, ma agli italiani che vivono ovunque nel mondo. Per cui abbiamo scelto un sistema diverso per promuovere e distribuire. Benché i librai possano ordinare le copie che desiderano nello store online inserendo il codice SCONTOLIBRAI per ottenere uno sconto del 50%, noi abbiamo deciso di rivolgerci direttamente ai lettori. Ciò significa non solo che la rivista esce dalla tipografia e arriva direttamente a casa loro senza fare il giro del Paese, ma anche, e soprattutto, che Articoli Liberi vivrà solo se loro lo vorranno.

 

 

E la redazione?

 

La sede legale della rivista è la stessa dell’associazione culturale che la promuove, ed è a casa mia, ad Annecy. Gli altri membri della redazione vivono in diverse città d’Italia, da Trento a Reggio Calabria, passando per Latina. Vorrei ribadirlo, non saremmo qui senza di loro. C’è un nucleo solido che mi affianca sin dall’inizio, mentre altri vanno e vengono compatibilmente ai loro impegni.

 

Dove si può acquistare Articoli Liberi?

 

Si può ordinare dalla pagina Shop del nostro sito, a questo link, in versione cartacea e digitale, allo stesso prezzo in Europa, negli Stati Uniti e in gran parte del mondo.

 

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