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Arte& Cinema

Antonello e la cultura del Rinascimento

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Di Giovanni Matteo Allone

“Around Antonello da Messina. Reintegrating quattrocento culture” di Michael Kwakkelstein e Bette Talvacchia apre nuove prospettive sugli studi antonelliani.

Un evento di carattere internazionale per la presenza di insigni studiosi europei quello tenuto a Messina lo scorso ottobre su “Antonello e la cultura del Rinascimento”. Promosso dal Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche della locale Università, dall’ERSU (Ente regionale per il diritto allo studio universitario), dall’Associazione “Antonello da Messina” (Roma-Messina), dalla Società di Storia patria e dall’Associazione ex allievi della stessa Università, il convegno ha avuto il patrocinio della Società italiana per lo studio dell’età moderna e dell’Accademia peloritana dei Pericolanti, una delle sedi del convegno assieme all’Aula magna dell’università e il prestigioso Monte di pietà.

La tematica su cui si sono confrontati una ventina di studiosi è stata divisa in cinque sessioni: il ruolo di Messina; la Sicilia e il contesto mediterraneo; la cultura e la società; Antonello tra critica storica e nuove prospettive di ricerca; le arti figurative tra linguaggio gotico e tipologie rinascimentali.

Per l’occasione il critico d’arte Gioacchino Barbera, il coordinatore scientifico Salvatore Bottari, autore di uno studio su Antonello e il Rinascimento siciliano, Milena Romeo, promotrice della “Notte di Antonello” nel 2014, hanno presentato il volume “Around Antonello da Messina: Reintegrating Quattrocento culture” di Michael Kwakkelstein e Bette Talvacchia, decimo volume della collana Italia e Paesi Bassi dell’Istituto olandese di storia dell’arte di Firenze (edito da Centro Di), in cui sono raccolti gli atti di un convegno tenuto nella città toscana con saggi e riflessioni che aprono nuove prospettive sugli studi antonelliani e sull’influenza che il mondo artistico messinese ebbe sul giovane pittore siciliano. Una città fervida di iniziative culturali, sociali e religiose, dal respiro mediterraneo e rinascimentale, dove Antonello ebbe modo di esplicare  le sue doti brillanti e originali, di livello europeo, come nel suo intervento ha sottolineato lo storico dell’arte Gervase Rosser, dell’Università di Oxford, una città mirabilmente ritratta nelle Crocifissioni e in altri dipinti.

Il convegno messinese ha posto l’accento sul ruolo di Messina, sulla qualità del tessuto sociale e culturale dell’Isola, sull’influenza determinata dalle opere delle Fiandre presenti nelle case borghesi della città, sull’influenza dell’arte bizantina per la presenza in città di numerose icone nelle chiese di rito greco-ortodosso, sulla circolazione di saperi, idee, manufatti, in rapporto alle vicende italiane ed europee, che hanno influito sulla formazione di Antonello, pittore “universale” in contrasto con la storiografia tradizionale che attribuisce invece maggior rilievo alle esperienze maturate a Napoli e a Venezia.

Degni di particolare attenzione sono stati gli interventi di Grazia Musolino, curatrice dei recenti restauri del mosaico della cappella del Santissimo Sacramento del Duomo la cui Vergine sedente può aver ispirato ad Antonello la Madonna del Polittico di S. Gregorio. Il professore M. R. Nobile di Palermo si è soffermato sui “fabricatores”; Alessandra Migliorato ha trattato sulle tipologie rinascimentali nella scultura siciliana, Donatella Spagnolo ha posto in rilievo i caratteri del “Transito della Vergine” di Salvo D’Antonio del “Sacro Litterio” del Duomo, mentre la prof.ssa Teresa Pugliatti, autrice di un volume su Antonello, ha trattato sulla polemica intercorsa in passato tra lo storico messinese La Corte Cailler, scopritore del Testamento antonelliano e il palermitano Gioacchino Di Marzo, una contesa scientifica che ha aperto la strada a nuove esigenze di ricerche storiche. Sulla influenza bizantina, sul valore simbolico del colore e sui “silenzi atemporali” presenti nel pittore messinese si è soffermata la storica dell’arte Daniela Pistorino, mentre il giovane studioso Giampaolo Chillè, mediante l’apporto di preziosi documenti rinvenuti di recente e la proiezione del dipinto, ha confermato l’attribuzione ad Antonello del S. Nicolò dei Gentiluomini.

Il convegno è stata un’occasione di confronto tra diversi settori di competenze essendosi confrontati storici, critici d’arte, filologi, rappresentanti delle istituzioni politiche sull’esperienza artistica e culturale della Sicilia nei sec. XV e XVI.

 

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