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Saggi

Andare per treni e stazioni

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di Federico Mussano

Occorre equilibrio per guidare un treno? Certamente sì, a chi ha la responsabilità di portare a destinazione tanti passeggeri (vale per chi guida un treno come per chi comanda una nave o un aereo) necessitano doti di saggezza ed equilibrio. Ci fu tuttavia un tempo – l’era dei treni a vapore – in cui il fuochista doveva «stare in precario equilibrio fra la locomotiva e il tender» e al macchinista spettava il controllo della pressione della caldaia curando «la lubrificazione delle parti meccaniche, percorrendo all’occorrenza lo spazio praticabile esterno sulle fiancate della caldaia». Storie di persone (personale ferroviario e passeggeri) e di cose, non solo il materiale rotabile ma anche le infrastrutture, dalle stazioni ferroviarie (oggi sovente simili a centri commerciali tra display ed esercizi commerciali di ogni tipo) a meccanismi del passato come le “stelle di inversione” per girare il treno. Dal regresso (questo il termine tecnico corretto per indicare l’azione di girare il treno, anzi per l’esattezza invertire la posizione della locomotiva mediante una particolare configurazione di binari) al progresso: dopo i convogli a vapore vennero altri treni. Automotrici (a benzina e a nafta) e treni elettrici, scelta logica e inevitabile per le ferrovie di ogni paese e soprattutto per l’Italia.

Da noi infatti di carbone non ce n’era molto ma, soprattutto nell’arco alpino, l’energia idroelettrica non mancava e proprio tra le Alpi (sulla Sondrio-Tirano) furono compiuti esperimenti decisivi nel passare alla trazione elettrica: la salita dei Giovi (tra Genova e Alessandria) fu elettrificata e il “mulo dei Giovi” fu il soprannome dato al locomotore E550, “E” come Elettricità. Quella stessa elettricità che ha portato un treno sulla Bologna-Firenze (inaugurata nel 2009, parliamo naturalmente dell’Alta Velocità) a correre a 362 km/h in galleria. Naturalmente la ferrovia non è solo Alta Velocità, non è solamente il Frecciarossa o l’Italo di NTV che nel 2012 ha inaugurato il regime di concorrenza. Il mondo ferroviario è un universo pieno di sfaccettature ed esigenze differenziate con vicende pesanti – a volte dolorose – di pendolarismo e di trasporto locale. Ben venga dunque il viaggio che Enrico Menduni propone dal Sud al Nord della nostra penisola… anzi, dal settentrione fino alla regione culla della tradizione ferroviaria italiana – la Campania che tenne a battesimo la Napoli-Portici del 1839 – così da concludere l’andare per treni e stazioni con una visita allo stupendo Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa.

 

Enrico Menduni

Andare per treni e stazioni

Il Mulino, 2016

pp.136, Euro 12,00

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