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Lo Zibaldone

Almanda di Ennio Maria Petruzzella: il romanzo sulla fondazione di una città dove i sogni diventano realtà

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Almanda: una città nata da un sogno, dall’epica genealogia e dalla posizione inusuale, tra cime imponenti e l’oceano, isolata e sconosciuta al resto del mondo, nota per le sue manifatture ottimali e la sterminata biblioteca custodita nelle sue miniere. Nata dalla smania di realizzazione del patrizio Giulio Flaiano, che dalla sua lussuosa dimora sul Pincio nella Città Eterna, aspirava a fondare un luogo unico dove tutti potessero essere felici e ricominciare a vivere. « Aveva trovato un’anima per la sua città Giulio, perché aveva incontrato Ibn Hamdis e lo aveva legato a sé e a i suoi uomini, a tutti coloro che avrebbero accettato il dono del suo sogno e del viaggio verso Almanda, e così aveva assicurato uno spessore alla sua idea, nonostante l’ampiezza quasi illimitata del sogno. Perché l’anima, per sua natura, era estensibile e l’anima di Ibn Hamdis forse più delle altre e per questo avrebbe coperto e illuminato i loro passi» . Un poeta Hamdis, dotato di una rara saggezza, necessario al buon esito della spedizione su quella terra sconosciuta e che in futuro si sarebbe occupato di crescere un altro paladino della città: Julius, dal nome assonante al fondatore e che avrebbe assicurato alla città una nuova sopravvivenza, restituendole la luce del sole. Un romanzo ben scritto, ambientato in un rinascimento ideale, che si snoda su due binari paralleli: il racconto dell’edificazione e le vicende future della stessa Almanda. Uno stile dal sapore antico, che riecheggia gli autori epici dell’antichità classica e che di quell’eroismo si fregia per raccontare un imponente storia: la fondazione di una città-Stato utopica, dove regnasse il benessere, una cultura sconfinata e la parità tra uomini e donne. Un mondo quasi perfetto se non fosse per la tardiva scoperta che ad Almanda non potesse battere il sole, sovrastato dall’altezza delle montagne e necessitasse di un meccanismo di rifrazione azionato dall’uomo, per permettere lo sviluppo della vita in quella terra buia. Un organismo meccanico ben congegnato e controllato da un manipolo di uomini, che avevano rinunciato a tutto, per azionare “il sole” in un rifugio tra le montagne, all’insaputa di chiunque, eccetto il fondatore e i suoi progettisti. Un sacrificio della durata di una vita, al quale dovevano seguire altri “custodi” a conoscenza del segreto, per permettere che Almanda continuasse a prosperare. «Qualcuno sentì le lacrime scorrere sul proprio viso mentre altri non riuscirono a fermare il proprio prorompente sorriso. Poi giunse alle loro orecchie il suono flautato della voce di Orange che cantava la canzone della luce di Ibn Hamdis che, misteriosamente, solo lei conosceva a memoria. E si svegliò la città. Si risvegliò al centro di un’aura luminosa che aveva tutta l’aria di essere un nuovo inizio. Questo accadde, quel mattino in cui Julius e Valena, in compagnia di altre coppie di amici, ormai trasferiti sulle vette delle montagne di Almanda, riavviarono il meccanismo del sole e con lui la città. Nessuno da laggiù poteva vedere Julius, in piedi sull’orlo della montagna più alta di Almanda, che ammirava il risultato della sua opera.»

 

 

Contatti

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https://www.lesflaneursedizioni.it/product/almanda/

Casa Editrice: Les Flâneurs Edizioni

Collana: Lumière

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 202

Prezzo: 15,00 €

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