Lo Zibaldone
Alessandro Norsa: “Nell’antro della strega”
Alessandro Norsa è uno scrittore e psicoterapeuta. Ha conseguito due Master universitari (Coimbra- Portogallo) in Terapia Cognitivista Comportamentale e in Terapia della Famiglia e si è inoltre specializzato in Medicina Psicosomatica e in Ipnosi. Ha pubblicato diversi saggi, tra i quali si ricordano: “Tra Psicologia ed Antropologia. Una proposta di metodologia della ricerca applicata ed integrata in psicologia” (Millennium, 2006), “Nel Sabba delle streghe sotto il noce di Benevento” (Edizioni LiberAmente 2016), “Il ritorno del non morto. Viaggio nel regno dei vampiri” (Edizioni LiberAmente, 2016) e “Nell’antro della strega. La magia in Italia tra racconti popolari e ricerca etnografica” (Edizioni LiberAmente, 2017). Ha inoltre pubblicato articoli in riviste scientifiche nazionali e internazionali, e ha relazionato in diversi convegni in Italia e all’estero.
«Di cosa tratta la sua nuova opera Nell’antro della strega. La magia in Italia tra racconti popolari e ricerca etnografica?».
Questa mia nuova opera è una ricerca etnografica sul concetto popolare di magia. Immaginatevi di essere in un’antro oscuro e freddo in compagnia di una vecchia strega che vi insegna le formule e le pozioni per fare gli incantesimi. Bene, vi siete calati nella giusta atmosfera per leggere questo libro che è per l’appunto un compendio di quello che la tradizione ci ha lasciato in eredità per quanto concerne le antiche tradizioni magiche.
«Quando nasce e da dove deriva il termine “strega”?».
Il termine deriva dal latino strix, divenuto strige in italiano, da cui per l’appunto il nome strega. Anticamente era un nome usato per indicare quel rapace notturno dagli artigli adunchi di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne umana. La sventura portata dal volatile era associata alla sua propensione, nottetempo, di avvicinarsi alle sorgenti luminose: anticamente si distinguevano le case illuminate dalle altre perché erano quelle in cui si radunavano persone per vegliare i moribondi. Da qui l’idea della strega: colei che porta il malocchio, la sventura.
«Quali sono le differenze sostanziali tra la magia popolare e la religione? E cosa invece le accomuna?».
La magia popolare è frutto di un rapporto spirituale tra colui che detiene i poteri spirituali e le divinità. In questi casi la cultura in cui affondano le pratiche di questo genere è di tipo animista, pertanto gli elementi naturali sono i principali oggetti di tramite tra il mondo reale e quello spirituale. La religione, nel mio modo di intendere, è un culto di più definito sia dal punto di vista della gerarchia sacerdotale che nel rapporto con la divinità che risulta più profondo, è perciò meno sulla scorta di quel meccanismo richiesta-esaudimento tipico dei culti più antichi. Ciò che avvicina la magia popolare e la religione è l’origine comune delle due: sono infatti convinto che tutte le religioni siano una evoluzione che hanno origine in una stessa matrice che affonda le radici nell’animismo.
«Che metodo di ricerca e di analisi ha utilizzato per la stesura del suo saggio?».
Per realizzare questo lavoro ho utilizzato gli strumenti che si realizzano per le compiute ricerche in ambito etnografico: ho approntato un questionario strutturato per analizzare i diversi dettagli della tematica attraverso il quale ho raccolto i dati sottoponendolo alle persone intervistate. Successivamente ho confrontato la letteratura locale delle diverse aree italiane ed estere in cui avevo fatto la ricerca per trovare nuovi indizi e, infine, ho consultato le ricerche dei colleghi antropologi e storici delle religioni per uno sguardo più generale sull’argomento. Le riflessioni finali e conclusive dell’elaborato sono state del tutto personali e, talora, differenti da quelle degli altri ricercatori.
«Nella sua opera cita spesso le parole dell’antropologo Alfonso Maria Di Nola. Quali sono gli altri autori e studiosi da cui ha attinto il suo sapere sulla magia e la stregoneria? Che testi di approfondimento consiglia a chi ha apprezzato il suo saggio?».
Il tema della magia è molto dibattuto tra gli studiosi storici, antropologi e di quelli che si occupano di religioni antiche; pertanto anche i risultati delle ricerche prendono diverse inclinazioni specifiche. L’ambito di ricerca storico con l’analisi dei documenti dei processi della sacra inquisizione, tra questi un autore considerevole è Carlo Ginzburg con il suo celebre “I benandanti”; sul versante antropologico vale la pena sottolineare tra gli autori italiani Ernesto de Martino con il suo “Sud e magia” oppure l’inglese James Frazer con la sua utile distinzione dei diversi tipi di magia. L’elenco potrebbe allungarsi molto. Per la realizzazione del mio libro ho cercato un taglio e tematiche specifiche che si differenziassero da quanto già presente in letteratura: è una mia caratteristica personale, in tutte le cose, personalmente, non mi piace percorrere strade già battute e, pertanto, anche nei miei scritti cerco sempre di portare delle innovazioni.
«Durante le sue interviste e le sue ricerche sul campo, ha mai assistito a un rito di magia bianca o nera?».
In etnografia, la buona pratica del ricercatore è che si cali nella sperimentazione diretta. Ho sperimentato diversi riti, ad esempio ricordo con piacere uno di controcchio al malocchio che mi ha fatto una contadina della provincia di Benevento. L’esperienza è stata molto interessante. L’anziana, preso un piatto colmo d’acqua, mi ha fatto la diagnosi osservandovi l’emulsione di alcune gocce d’olio. Poi ha iniziato a recitare preghiere con una lingua che risultava incomprensibile per la mescolanza tra il dialetto locale e il latino e per il tono di voce bassissimo. Nel rituale alternava le preghiere ai gesti, intercalando ad ogni formula magica la benedizione tracciando un segno della croce sulla mia fronte. La sensazione che ho provato è stata di leggerezza e diminuzione di quel fastidioso mal di testa che mi accompagnava da giorni. Per quanto riguarda la magia nera è un argomento poco piacevole, l’ho studiata ma non ho desiderato prendere parte ai riti: a mio avviso è bene conoscere il male per conoscerne la provenienza e come ci si possa difendere, ma è necessario stare nella luce e nella serenità.
«Quali sono gli argomenti che vorrebbe trattare nei suoi prossimi libri? È già a lavoro su un nuovo saggio?».
In questo periodo sto concludendo un nuovo studio, o meglio, una miniraccolta di saggi che sto realizzando sotto l’egida dell’Università di Verona e con l’aiuto di 14 ricercatori antropologi di diverse nazionalità disseminati in ogni parte del mondo; ognuno di loro riferisce le informazioni relative alla propria etnia: tra queste ci sono ad esempio gli asheninka del Perù, i santali del Bangladesh, i djola felupe della Guinea Bissau. L’argomento sono le pratiche sciamaniche e i sistemi di cura tradizionali. Un lavoro davvero affascinante il cui primo libro sarà presente nelle librerie tra qualche mese.
Titolo: Nell’antro della strega
Autore: Alessandro Norsa
Genere: Saggistica/Storia delle religioni – magia
Casa Editrice: Edizioni LiberAmente
Pagine: 272
Prezzo: 18,00 €
Codice ISBN: 978-88-275-19-226
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