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Lo Zibaldone

Aldo Moro: politica, filosofia, pensiero

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di Valentina Tonolo

 

 

Dopo anni di farse e interessi privati dichiarati come pubblici, di maschere di cera dal sorriso stabile e tirato, di risoluzione delle difficoltà dello Stato con una battuta che dura il tempo di un fiammifero acceso, la figura di Aldo Moro brilla di luce propria.

Rivisitando il suo pensiero, il suo approccio integro e civile per le cose della politica, e per il risveglio delle coscienze come missione funzionale al vivere nel buon rispetto di una società possibile, si rinnova il desiderio di cercare e trovare nella politica una personalità simile.

Ci si gira intorno, si osserva si ascolta e si deduce con pericolosa costatazione che di Moro o del suo antagonista Berlinguer non c’è attualmente un gene che non ci faccia sentire orfani.

Il libro, scritto da Danilo Campanella con entusiasmo, approfondimenti e altissima sensibilità, ci dà un’occasione di ripercorrere la tragica esperienza del rapimento, di rileggere le lettere scritte durante il sequestro e di ritrovare attraverso la visione socio-filosofico-politica di Moro quei fondamenti che erano una possibile spinta affinché la situazione italiana migliorasse antropologicamente.

Serio, studioso, credeva nel rapporto continuo stretto, strutturale tra politica e società civile in cui il potere è solo un mezzo non un fine che alimenta se stesso. Credeva nel dinamismo non nella statolatria, nella guida dei cittadini e non nell’accondiscendenza propagandistica, credeva nella tutela dei diritti fondamentali, nella collaborazione per il raggiungimento di uno stato realmente democratico che potesse garantire “l’incontro con le differenti tendenze ontologiche”.

Fervente cattolico, portava avanti i valori cristiani, credendo nella laicità dello Stato. Laicità e politica sono un tutt’uno e qui la sua innovazione per i principi democratici e per risultati che potenziassero la persona insieme alla dignità. Scomodo all’interno del suo stesso partito, indigesto agli americani e a chiunque considerasse il “compromesso storico” o “terza fase” come la possibilità di cambiare le cose, venne lasciato solo e ucciso. Si preferì, a mio avviso, poi la storia lo racconterà, un altro compromesso, quello con la mafia.

 

 

Danilo Campanella

Paoline editoriale libri, 2014

pp. 176. Euro 15,00

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