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Lo Zibaldone

Adriano Di Gregorio: “La festa di matrimonio”

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Adriano Di Gregorio è nato a Siracusa nel 1971. È laureato in Lettere moderne e Filosofia e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia moderna. Pubblica: “Il Prima e il Dopo” (Aletti Editore, 2009), “Il Peso della Verità” (Algra Editore, 2014), “La maga e il talismano” (Algra Editore, 2016), “Il Pozzo delle tre lune” (Algra Editore, 2017) e “La festa di matrimonio” (Algra Editore, 2019). Nel 2011, insieme alla scrittrice milanese Daria Colombo, ha vinto il premio letterario Akademon. Nel 2015 gli è stato conferito il premio “Cruyllas”, III edizione, riservato agli scrittori che si sono distinti per la diffusione della sicilianità. Ha inoltre un canale YouTube chiamato “Le Lezioni di Adriano Di Gregorio”, che conta circa un milione di visualizzazioni l’anno.

«Di cosa parla il tuo ultimo romanzo La festa di matrimonio?».
“La festa di matrimonio” è il terzo romanzo che ha come protagonista il commissario Battaglia e il suo simpatico collega, l’ispettore Spanò. La vicenda si svolge su due livelli lontani nel tempo e nello spazio che alla fine si intrecciano. Il primo livello – quello principale – vede in scena il commissario Battaglia. La vicenda prende spunto dalla segnalazione di una donna che, alle prese con una controversa separazione, denuncia i loschi affari del marito; qualche tempo dopo, però, il marito di questa donna è trovato morto nel suo ufficio. Mentre indaga su questo omicidio, Battaglia trova delle vecchie lettere d’amore e decide di scoprire a chi appartenevano. Il secondo livello della narrazione prende avvio dalle vicende di due giovani, Hans e Libera. Hans era un giovane della Germania dell’Est che, tre giorni prima della costruzione del muro di Berlino, riesce a scappare da Berlino Est. Libera era una giovane siciliana che si trasferisce a Milano per studiare Filosofia; qui entra in contatto con gli ambienti rivoluzionari dell’estrema sinistra. I due si incontrano nel 1968 a Berlino Ovest e tra di loro nasce una relazione e poi… poi non posso più dire nulla altrimenti svelerei troppo.

«Quali sono i motivi che ti hanno spinto a scrivere la tua opera?».
Secondo me la scrittura ha un grande valore terapeutico: io scrivo per far uscire fuori tutto ciò che ho dentro, tutto il “non detto”… alla fine ci si sente meglio. È come quando una ragazzina scrive sul suo diario segreto. Nonostante ormai abbia cinquant’anni, quando scrivo, mi sento ancora come un adolescente davanti al suo diario. Per questo motivo molto spesso spingo i miei alunni a scrivere. Qualche anno fa ho anche tentato un esperimento di scrittura creativa in classe: portavo i miei ragazzi un’ora a settimana in laboratorio e li facevo scrivere, senza imporre loro alcun limite. Inoltre ho curato una raccolta di giovanissimi scrittori proprio per spingerli a fare il primo passo, che è sempre quello più difficile; molti ragazzi scrivono, ma non hanno il coraggio di farsi leggere. È importantissimo, secondo me, far conoscere ai ragazzi modi sani per sfogarsi e non tenere tutto dentro.

«Vuoi parlarci di come è nata e di come si è sviluppata la figura del commissario Damiano Battaglia, protagonista di molti dei tuoi romanzi?».
Quando ho creato la figura del vice questore aggiunto Damiano Battaglia, ho immaginato un personaggio genuino e non il classico duro che vediamo in televisione, un personaggio che si arrabbia, che sbaglia e che si emoziona come un uomo normalissimo. Questa sua “normalità” viene fuori soprattutto nel rapporto con le donne. In queste situazioni Battaglia è un debole, uno che si fa trascinare dagli eventi. Ho creato Battaglia in questo modo perché credo che dentro ognuno di noi ci siano tante cose mischiate insieme: ci sono paure, sogni, speranze e quindi ho cercato di creare un personaggio che potesse racchiudere tutte queste cose insieme… anche se so che è difficile.

«La festa di matrimonio si sviluppa su due storie parallele che infine convergono, ambientate in diversi contesti e in diverse epoche. Perché hai deciso di strutturare il tuo romanzo in questo modo? Che opportunità ti ha fornito?».
In tutti i miei romanzi ho cercato di riprodurre la tecnica narrativa adoperata dalla più grande scuola giallista del mondo, quella svedese, che io adoro. In questi romanzi i filoni narrativi si sovrappongono in modo magistrale, lasciando il lettore molto spesso spiazzato. Nel romanzo “La strega” di Camilla Lackberg, ad esempio – ma potrei citarne molti altri – i piani narrativi sono lontanissimi nel tempo (uno è addirittura nel XVII secolo) e il lettore comprende soltanto alla fine il nesso tra le due vicende.

«Nel tuo ultimo romanzo citi Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia, il libro che ha spinto il tuo protagonista Damiano Battaglia a diventare poliziotto. Quali sono le opere e gli autori che hanno influenzato il tuo percorso di scrittore?».
Ho conosciuto la figura e la produzione di Leonardo Sciascia proprio nell’anno della sua morte, nel 1989; da quel momento in poi ho letto e amato tutta la produzione di questo grandissimo scrittore. Quando andavo all’università, nei primi anni Novanta, ricordo che comprai “Todo modo”, lo lessi in un paio d’ore, cercando di non sciuparlo, e poi dopo pranzo tornai in libreria dicendo di aver sbagliato libro e chiedendone il cambio. Comunque il mio padre “letterario” è sicuramente Sciascia, ma poi c’è anche la narrativa contemporanea, come la scuola svedese, che ho già citato, Ken Follett, Stephen King, Carofiglio e Camilleri.

«Vuoi raccontarci come si svolge il tuo lavoro di insegnante di Letteratura e Storia su YouTube?».
Tutto è cominciato per caso; so che si dice sempre così, ma questa volta è vero… credetemi. Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 una studentessa del quinto anno mi chiese se avesse potuto registrare la lezione. Ovviamente non mi opposi. Quando la risentimmo, un’altra studentessa mi chiese “Ma perché non fa dei video?”. In quel momento mi misi a ridere, ma piano piano l’idea prese forma. Io però dal punto di vista informatico non sono un granché, ma poi, un mio collega che insegna Discipline Audiovisive – che ringrazio – mi disse che avrebbe potuto darmi una mano e così fu! In pochi mesi preparai le prime lezioni e nel febbraio del 2018 inserii il primo video sulla nascita della letteratura italiana. Adesso il mio canale ha un milione di visualizzazioni l’anno. Mi sono chiesto tante volte il perché di questo successo e credo che la novità stia nel linguaggio semplice e comprensibile per tutti. Dal punto di vista delle vicende storiche, non dico nulla di nuovo o di rivoluzionario, ma cerco il più possibile di “abbassare” il linguaggio per farmi comprendere dai miei studenti. La lingua italiana è cambiata e continua a cambiare (e petaloso ce lo ricorda) e per questo motivo non si può più fare finta di nulla. La scuola ha l’obbligo di adattarsi altrimenti ne uscirà sconfitta.

«Incontreremo ancora Damiano Battaglia in un tuo prossimo romanzo?».
Sto scrivendo un altro romanzo, ma ancora non ho deciso se il protagonista sarà Battaglia oppure no. I miei lettori mi dicono molto spesso che i miei romanzi somigliano a quelli del grande maestro Camilleri; se voglio uscire fuori da questa morsa, forse dovrei cambiare personaggio. Ma ancora non ho deciso nulla.

Titolo: La festa di matrimonio
Autore: Adriano Di Gregorio
Genere: Giallo/Poliziesco
Casa Editrice: Algra Editore
Collana: Il tocco di Asfodelo
Pagine: 232
Prezzo: 15,00 €
Codice ISBN: 978-88-934-13-312

Contatti
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https://www.facebook.com/digregorioscrittore/
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https://www.amazon.it/festa-matrimonio-Adriano-Gregorio/dp/8893413310
http://www.algraeditore.it/index.php/narrativa/474/la-festa-di-matrimonio-detail

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