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Addio a Zygmunt Bauman

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Zygmunt Bauman, il grande sociologo polacco di origini ebraiche  è morto a Leeds ieri, 9 gennaio 2017, all’età di 91 anni. E’ noto per i suoi studi sulla cultura della modernità, sul nazismo e l’Olocausto e  per la sua teoria sulla “società liquida”: un’espressione che usò per la prima volta in un saggio del 2000 ed oggi celeberrima e ormai entrata nel linguaggio comune, secondo cui il mondo di oggi frutto della globalizzazione ha perso la solidità di un tempo, e la crisi dello Stato, delle ideologie e dei partiti della modernità attuale tutto è permeato dalla liquidità: e le relazioni e i rapporti umani sono anonimi, mutevoli, effimeri.

Nato nel 1925, Bauman fuggì, all’invasione tedesca del 1939, da Poznań, città natia, in Urss. Comunista, dopo la guerra diventò militante sovietico: inizialmente su posizioni ufficiali marxiste-leninste, dopo la destalinizzazione si avvicinò a Antonio Gramsci e Georg Simmel. Alla fine degli anni ’60 perse la cattedra che aveva a Varsavia ed emigrò a Tel Aviv, in Israele, prima di spostarsi definitivamente nel Regno Unito, a Leeds, dove è stato professore di sociologia (dal 1971 al 1990). La fama come socilogo arrivò nel 1980; nel 1989 vinse il premio Amalfi per la sociologia e le scienze sociali, nel 1998 ottenne il premio Theodor Adorno di Francoforte. Tra le sue opere più conosciute, Dentro la globalizzazione – le conseguenze sulle personeLa solitudine del cittadino globale, Modernità liquida, La società sotto assedio.

 

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