Lo Zibaldone
A una certa ora di una dato giorno
Emma e Luca sono una coppia apparentemente come tante: un figlio adolescente e una routine ai limiti della banalità. Quando si erano incontrati, molti anni prima, avevano visto in quell’amore la loro unica chance di salvezza. Emma aveva avuto un’infanzia segnata da un padre inafferrabile che sua madre non aveva mai lasciato; Luca, cocainomane, era stato lacerato dalla morte di suo fratello, malato di leucemia.
Dopo i primi anni di matrimonio le cose erano cambiate; Luca era diventato aggressivo, violento e manipolatore.
Emma tuttavia non riesce a lasciarlo: registra lucidamente i suoi comportamenti, la sua crescente violenza verbale, le sue tante bugie, la dipendenza dalla cocaina, mai superata. La psicoterapeuta cerca di aiutarla a fare chiarezza, ma lei non vuole arrendersi, fino all’ultimo. Vuole salvare Luca da se stesso e dai suoi tanti fantasmi. Fino a che, il giorno di Natale, tutto precipita.
“La compassione è un sentimento subdolo, attanaglia lo stomaco, offusca i pensieri, cancella esperienza e maturità, tende ad avvicinare anche ciò che sarebbe più prudente mantenere distante, ma soprattutto distorce la realtà, e quando la si prova i fatti non sembrano più quello che sono, ma si trasformano in quanto vorremmo fossero”.
Mariantonia Avati torna in libreria, dal 28 maggio con “A una certa ora di un dato giorno”, edito da La Nave di Teseo (192pp, 17 Euro), una storia che indaga senza sconti le contraddizioni dell’animo umano lacerato dal dolore, eppur bisognoso di credere nell’amore.
Con una prosa asciutta, l’autrice ci trascina nella psiche della protagonista, ricostruendo, scena dopo scena, i tanti e spesso, terribili episodi della sua vita con Luca, inframmezzati da frangenti della su
You must be logged in to post a comment Login