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A Sant’Antoni meno discoteche più librerie

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Una Città del libro in Catalogna: a Sant’Antoni, cittadina di 11.000 abitanti della Costa Brava famosa per il suo mare e discoteche il Comune ha inteso rivitalizzare il centro storico offuscato dal turismo balneare attraverso le librerie. Per questo ha lanciato un bando con interessanti finanziamenti (complessivamente quasi 70.000 euro, di cui 50.000 per la ristrutturazione dei locali) per attirare 7 librai ai quali mettere a disposizione locali inutilizzati come un’antica farmacia, un forno… Una scelta controcorrente ma a ben vedere che si fonda su alcuni punti di forza: le librerie con il loro cartellone di incontri ed eventi con gli scrittori possono arricchire il ventaglio di opportunità per chi si trova in vacanza; inoltre la presenza di turisti stranieri può essere un volano per le librerie che si doteranno di un buon assortimento di titoli in lingua. Ma non è solo verso i turisti che si punta: la presenza di 7 librerie con un’offerta differenziata e concentrate nel centro storico può essere un elemento di attrazione per il milione di residenti a circa mezzora d’auto. In tal modo Sant’Antoni potrà destagionalizzare i suoi visitatori oggi concentrati nei mesi estivi. Ultimo aspetto importante, per vivacizzare e rendere attraente un luogo, conta non solo il numero dei visitatori ma anche la qualità degli stessi ed è ipotizzabile che chi verrà a Sant’Antoni per visitare le librerie o partecipare ad un incontro con l’autore avrà piacere di visitare un laboratorio artigianale o gustare e acquistare dei prodotti tipici in un locale della cittadina. Il progetto di Sant’Antoni è ambizioso ma può essere vincente diventando la prima Città del libro della Catalogna replicando il successo di Hay-on-Wye, la cittadina del Galles visitata ogni anno da migliaia di turisti che con 1800 abitanti conta 40 librerie, definita da Bill Clinton, invitato al Festival che si tiene ogni anno, la Woodstock of mind.

Leggere:tutti lancia una idea, che per quanto possibile si impegna, a sostenere perché non replicare anche in Italia l’idea di Sant’Antoni rivitalizzando uno dei tanti piccoli borghi del nostro Paese?

(sergio Auricchio)

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