Il libro del mese
A novembre: “Chi possiede i frutti della terra” (Laterza) di Fabio Ciconte
Una mela non è mai “qualsiasi”, ma il risultato di una selezione genetica che l’ha resa perfetta e di proprietà esclusiva di industrie genetiche che controllano l’intera filiera. È un fatto naturale? Assolutamente no. È un fatto neutro e senza conseguenze? Assolutamente no. Nel corso dell’ultimo secolo si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette. Le mele che acquistiamo al supermercato sono, infatti, il risultato di una selezione genetica che le ha rese identiche le
une alle altre. Il kiwi giallo o l’uva senza semi sono gestiti da potenti club che oggi decidono chi e come può coltivare frutta sotto brevetto, estromettendo dal mercato altre varietà, riducendo drammaticamente l’agro-biodiversità e imponendo un modello produttivo che ha radicalmente trasformato l’agricoltura.
Questo reportage, che attraversa le isole Svalbard fino ad arrivare alle campagne pugliesi, dall’America di fine Ottocento ai potenti club che oggi decidono chi può coltivare, mette in luce le nuove forme di controllo del cibo e i rischi per la biodiversità e gli ecosistemi.
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