La maschera della morte rossa

di Andrea Coco

Venezia è sempre la stessa, città stupenda ma decadente, bigotta e perversa, raffinata ma al tempo stesso godereccia; anche i personaggi principali del romanzo giallo “La maschera della morte rossa”, scritto da Stelvio Mestrovich, sono rimasti gli stessi della precedente opera, “Venezia rosso sangue”, solo Giangiorgio Tartini, è cambiato. Non è più ispettore capo della Polizia di Stato a causa di un tentato suicidio e Dario Farsetti, il suo ex vice, l’ha sostituito. Vive assieme al suo amato gatto, Annibale, in un modesto appartamento in corte Colombina, dove gli fanno compagnia la vicina di casa, la signora Rebetz, e un nuovo amico, Giobbe Cervetti, violoncellista pure lui, compositore e concertista. Tartini si guadagna da vivere dando lezioni di musica e tiene concerti, ma il passato torna a bussare alla sua porta. Un assassino seriale sta uccidendo delle donne e nessuno riesce a scoprire chi sia, perché agisce rapidamente e porta sul volto una maschera personalizzata, un astuto espediente che lo aiuta a muoversi tra le calli di una Venezia carnevalizia. Farsetti ha bisogno del suo fiuto investigativo e gli chiede di tornare in servizio seppure in modo informale per scoprire chi sia mai questo killer ossessionato dalla religione, che sembra aver letto il racconto “La maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe. Inizia così un’indagine, una corsa contro il tempo per scoprire l’assassino e assieme un viaggio alla scoperta di una città splendida ma devastata dal turismo di massa, mentre poco a poco il lettore conosce i pensieri di una mente malata, astuta e perversa. Questo fino alla soluzione finale, che tuttavia lascerà Tartini e Farsetti senza una valida spiegazione sulle reali motivazioni di omicidi così efferati.

STELVIO MESTROVICH

La maschera della morte rossa

2014, Dario Flaccovio

pp. 128, euro 13,00