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L’impensato

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di Riccarda Dalbuoni

L’impensato, saggio tra filosofia, scienza e letteratura di Katherine Hayles, edizioni Effequ 2021, indaga il dialogo tra la coscienza e i processi cognitivi. Mentre la coscienza ragiona, la cognizione nonconscia, che va oltre la coscienza, elabora velocemente ciò che accade attorno. Ma che cos’è la coscienza? E cos’è la cognizione nonconscia? La coscienza “occupa una posizione centrale nel nostro pensiero – spiega Katherine Hayles – non tanto perché rappresenta la totalità della sfera cognitiva, ma per la sua abilità nel creare le narrazioni (talvolta finzionali) che danno senso alle nostre vite e che sostengono i nostri assunti di base sulla coerenza del mondo che ci circonda”. Chiarito ciò, l’autrice classifica i vari tipi di coscienza: centrale o primaria che ha il ruolo della consapevolezza del sé ed è tipica degli umani, di molti mammiferi e di alcune specie acquatiche (polpi); coscienza estesa o secondaria, tipica degli umani che hanno la facoltà di ragionare, formulare il pensiero astrato, utilizzare il linguaggio verbale e matematico; infine la coscienza superiore è “il sé autobiografico” che si esprime attraverso il monologo verbale che ci accompagna mentre svolgiamo attività. Tra la coscienza e il mondo, opera la cognizione nonconscia che ha il compito di elaborare in modo veloce le informazioni e inviare intuizioni alla coscienza, per sua natura più lenta della percezione. L’esempio che l’autrice fa per farci comprendere il rapporto tra coscienza e cognizione nonconscia, è l’attività dell’uomo alla guida: se mentre siamo in auto e stiamo pensando ad altro, dobbiamo improvvisamente frenare perché l’auto davanti rallenta, l’attenzione è richiamata all’attività di guida: è qualcosa di inconscio e veloce che ci fa frenare. La cognizione nonconscia elabora, quindi, rapidamente informazioni complesse ma anche evita di inviare informazioni non rilevanti alla coscienza: la selezione di ciò che accade darà un senso all’esperienza. La funzione primaria della cognizione nonconscia, spiega Katherine Hayles, è dunque impedire un sovraccarico alla coscienza “che ha capacità di assorbimento e di elaborazione delle informazioni limitate”.

Katherine Hayles si interroga anche sul ruolo delle innovazioni tecnologiche in rapporto alle scelte umane e agli equilibri all’interno degli ‘assemblaggi cognitivi’, cioè sistemi di relazioni in cui coesistono parti meccaniche, tecnologiche, umane, etiche: “un assemblaggio cognitivo svolge funzioni generalmente attribuite alla cognizione: rispondere in modo flessibile a nuove situazioni, incorporare questa conoscenza in strategie adattive ed evolvere attraverso l’esperienza per creare nuove strategie e tipi di risposte”. Uno degli esempi che la scrittrice riporta è l’interazione tra assistenti virtuali e utente: più i dispositivi acquisiscono informazioni e più interpretano le predisposizioni umane e mutano progressivamente grazie alle informazioni acquisite ed elaborate.

E nella progettazione degli assemblaggi cognitivi, conclude Katherine Hayles, gli studi umanistici devono avere un ruolo: l’impostazione etica richiede di essere messa ex ante e non a posteriori su un sistema già messo in moto, l’intervento etico deve permeare il processo per l’efficacia del suo funzionamento.

Katherine Hayles

L’impensato

Teoria della cognizione naturale

Effequ, 2021

pp. 370, euro 19,00

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