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Lo Zibaldone

Una lezione di vita

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di Loredana Simonetti

Con tutte le terribili notizie di quello che sta succedendo in Afghanistan, la memoria mi ha riportato agli eventi drammatici della seconda guerra mondiale: si ripetono storie già vissute e raccontate.

27 milioni di copie stampate in tutto il mondo e in tante lingue: il DIARIO di Anne Frank è uno dei dieci libri più letti al mondo. Anche io a dodici anni lessi il Diario, e ne ricordavo alcuni tratti storici importanti, ma non ricordavo il fluire della crescita personale della ragazzina, rileggendolo oggi.

Oltre ad essere una straordinaria testimonianza storica e politica dei due anni trascorsi chiusa ne “l’alloggio segreto” al numero 263 di Prinsengract – perché Anne Frank seguiva le vicissitudini storiche di quel tempo con grande attenzione – la straordinarietà del suo diario è assistere alla crescita di questa bambina, attraverso le letture che fa, l’impegno familiare, la convivenza con altre sette persone. C’è un’età in cui esprimere le proprie idee, diverse dai genitori, risulta un capriccio, una impertinenza, una forma di maleducazione e mancanza di rispetto. Ci siamo passati tutti, chi meglio, chi peggio. Anne Frank analizza i suoi comportamenti, sviscera il suo stato d’animo, per cercare di rimediare e migliorarsi (come se ce ne fosse stato bisogno…) nei rapporti con la famiglia.

La quotidianità, le risorse di cibo, l’uso del bagno, i turni di pulizie personali, sono essi stessi modi di cercare che cosa non va di lei. Nelle interminabili lunghe giornate, e quindi nel passaggio dai dodici ai quattordici anni, si assiste all’evoluzione della ragazza, che progetta il suo futuro (e sarebbe stata una grande scrittrice!) e che non si sentiva affatto una casalinga pur accollandosi in quella situazione tutti gli impegni necessari per sopravvivere.

Alcuni passaggi del suo diario sono incredibilmente attuali, in particolare quando afferma: “se la gioventù lo volesse, sarebbe in grado di costruire un grande mondo, più bello e migliore; i giovani hanno gli strumenti ma s’interessano di cose superficiali, senza alzare lo sguardo per vedere ciò che è davvero bello.”.

Ha vissuto intensamente, conoscendo anche l’amore per Peter; non è riuscita a sopravvivere, ma la bellezza della sua scrittura sincera è un caposaldo umano che niente potrà scalfire.

“Chi non scrive non può sapere quanto sia bello scrivere. E se non ho il talento di scrivere per giornali o libri, beh, potrò pur sempre scrivere solo per me. […] perché con la scrittura posso fermare ogni cosa sul foglio, le mie riflessioni, i miei ideali e le mie fantasie.”.

 

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